Consacrate tre donne nell’Ordo viduarum
Sono Gloria Giglietti, Paoletta Olivi e Monica Pallotta. Il vescovo di Tora: «Siete chiamate a dare speranza nel dolore e nella solitudine»
Donne, mogli e madri che, rimaste vedove, alcune molto giovani, hanno deciso di non vivere un nuovo affetto coniugale ma di consacrare la propria vedovanza a Cristo per dedicarsi alla preghiera e al servizio della Chiesa. È la scelta fatta da Gloria Giglietti, Paoletta Olivi e Monica Pallotta che da sabato 8 gennaio sono entrate a far parte della famiglia dell’Ordo viduarum, istituito nella diocesi di Roma il 24 novembre 2013. La Messa, presieduta dal vescovo Guerino di Tora, delegato diocesano per l’Ordo viduarum, è stata celebrata nella basilica di Santa Cecilia a Trastevere. Concelebranti il vescovo di Padova Claudio Cipolla e dieci sacerdoti delle parrocchie di appartenenza delle neo consacrate.
La presenza di quest’Ordine non è nuova nella Chiesa. Si tratta di un carisma laicale già presente nelle prime comunità cristiane e oggi riscoperto «con una ufficialità e una consacrazione di ministerialità», ha affermato Di Tora. Nell’Antico testamento, ha ricordato, Dio riserva particolare protezione alle vedove, così come agli orfani, e anche nel Nuovo Testamento e negli scritti di sant’Agostino non mancano riferimenti alle vedove. L’esistenza di un vero e proprio Ordo viduarum è constatabile tra la fine del II e gli inizi del III secolo. L’Ordine delle vedove della diocesi di Roma oggi conta 36 donne tra consacrate e in formazione.
Gloria Giglietti, 61 anni, vedova dal 2011, ha tre figli e tre nipoti e racconta che il Signore l’ha preparata a questo nuovo ministero dal giorno in cui è morto il marito Angelo. Attraverso alcune ricerche in internet ha scoperto l’Ordine, «il tassello» che mancava nella sua vita. Paoletta Olivi, 58 anni, è vedova da 27 anni e ha un figlio di 28 anni. Sentiva nel cuore che Cristo la invitava «a dire un altro sì», ad annunciare che, nell’immenso dolore per la perdita del marito Marino, ha «avvertito la grande presenza del Signore». Monica Pallotta, 57 anni, vedova da 18, due figli, ha conosciuto l’Ordo viduarum grazie all’incontro casuale con una consacrata nell’Ordo virginum. «In preghiera, davanti al tabernacolo, in forma privata avevo già consacrato la mia vedovanza – ha detto -: per me c’era solo mio marito. Poi ho scoperto l’Ordo viduarum, grazie al quale potrò testimoniare l’azione di Dio nella mia vita».
Il vescovo Di Tora ha spiegato che il carisma dell’Ordine è quello di arricchire la vedovanza con un’esperienza di fede e di testimonianza. «In un momento di grande difficoltà causata dalla pandemia – le parole del presule -, di timore, in cui si corre il rischio di chiudersi in se stessi, ogni cristiano è invitato a trasformare la propria esistenza in storia di salvezza. Cristo vi chiama a un nuovo aspetto della vostra vocazione – ha aggiunto rivolgendosi alle tre consacrate -. La fedeltà vissuta nel matrimonio con lo sposo del passato continua oggi nella fedeltà e comunione con Dio all’interno della comunità ecclesiale».
Quello dell’Ordo viduarum è un ministero che si esprime nell’ascolto della Parola di Dio, nella preghiera personale e comunitaria e nel servizio. «Il ruolo delle vedove è la preghiera», ha proseguito il presule, ricordando la profetessa Anna che adorava il Signore «notte e giorno». Orazione che «cresce di intensità con il crescere della solitudine. La vedovanza è solitudine, spesso incertezza» e il compito delle vedove consacrate è quello di trasformare questi stati d’animo in testimonianza cristiana, «con operatività, disponibilità e servizio». Le vedove sono chiamate a «dare speranza nel dolore e nella solitudine – ha aggiunto il vescovo -. La speranza annunciata con un sorriso e con parole gentili diventa teologia della prossimità».
Tra i riti esplicativi previsti dalla liturgia, la benedizione delle fedi nuziali che il vescovo, dopo la preghiera di benedizione, ha posto al dito delle vedove «in segno di consacrazione a Dio», consegnando a ciascuna, nel contempo, un crocifisso e il libro della Liturgia delle Ore.
10 gennaio 2022