Ecuador: la Caritas denuncia «possibili violazioni dei diritti umani»

Primo rapporto sulla situazione di violenza che ha investito il Paese nell’ultima settimana. Probabile l’aumento degli spostamenti interni

Presentato nel fine settimana un primo rapporto di Caritas Ecuador sulla situazione di violenza e insicurezza che ha investito il Paese nell’ultima settimana, con la dichiarazione dello stato d’emergenza da parte del presidente della Repubblica Daniel Noboa.

Le province con la maggiore intensità di violenza sono Guayas (la provincia di Guayaquil), Esmeraldas, Los Ríos, El Oro e Pichincha (la provincia della Capitale Quito), è l’analisi di Caritas Ecuador. Nel dettaglio, a Guayaquil sono state registrate 11 morti violente, mentre a Esmeraldas, sul Pacifico, nel nord del Paese, 8 veicoli sono stati incendiati intenzionalmente in stazioni di servizio, sulla strada E-15 sud Esmeraldas – Atacames e in diversi settori del centro città e dei quartieri. A Quito una persona è morta carbonizzata e almeno sei minacce di ordigni esplosivi sono state segnalate in diverse zone della città. Quito, Esmeraldas, Guayaquil e Cuenca sono state le città in cui è stato segnalato un alto numero di atti criminali, tra cui scontri e posizionamento di ordigni esplosivi.

Per quanto riguarda le carceri, si segnala che 49 funzionari del carcere di Cotopaxi sono stati arrestati e 39 prigionieri sono evasi dal carcere di Chimborazo. Le autorità hanno ripreso il controllo delle otto strutture penitenziarie dove si sono verificati massici episodi di presa in ostaggio di guardie e personale amministrativo.

Ancora, Caritas prevede l’aumento degli spostamenti interni forzati, già in atto da diversi mesi, che con ogni probabilità esporranno le persone in mobilità forzata a condizioni precarie e al rischio di abusi e violenze. Salite alle stelle anche le estorsioni ai danni dei commercianti, soprattutto nelle province costiere. L’organismo pastorale ecuadoriano avverte che in un simile contesto  di conflitto «possono essere commesse gravi violazioni dei diritti umani e crimini di guerra, come esecuzioni extragiudiziali, torture, sparizioni forzate e attacchi contro i civili».

15 gennaio 2024