C’era il mondo intero ieri, domenica 19 febbraio, in piazza San Pietro, all’Angelus del Papa. C’era rappresentanto dai tanti fedeli arrivati pellegrini da diversi angoli del pianeta, e c’era nelle parole e nella preghiera di Francesco, che prima di congedare la piazza è tornato a rivolgere il suo appello per diverse situazioni di sofferenza. A cominciare dall’Africa. «Un accorato appello alla coscienza e alla responsabilità delle autorità nazionali e della comunità internazionale, affinché si prendano decisioni adeguate e tempestive per soccorrere i nostri fratelli e sorelle», ha detto, nella regione del Kasai Centrale della Repubblica Democratica del Congo. Purtroppo, ha spiegato il Papa, «continuano a giungere notizie di scontri violenti e brutali» in quella regione.

Nelle parole di Francesco, il dolore «forte» per le vittime, «specialmente per tanti bambini strappati alle famiglie e alla scuola per essere usati come soldati. Questa è una tragedia, i bambini soldati. Assicuro la mia vicinanza e la mia preghiera – ha continuato – anche per il personale religioso e umanitario che opera in quella difficile regione».

Francesco ha invitato a pregare «per loro e per tutte le popolazioni che anche in altre parti del Continente africano e del mondo soffrono a causa della violenza e della guerra. Penso, in particolare, alle care popolazioni del Pakistan e dell’Iraq, colpito da crudeli atti terroristici nei giorni scorsi. Preghiamo per le vittime, per i feriti e i familiari. Preghiamo ardentemente che ogni cuore indurito dall’odio si converta alla pace, secondo la volontà di Dio».

20 febbraio 2017