Il Borgo Ragazzi Don Bosco al tempo del coronavirus
Nella festa di san Giovanni Bosco, il 31 gennaio, la presentazione del report del Borgo Ragazzi don Bosco, che racconta gli effetti della pandemia sui giovani seguiti
L’avvento della pandemia e gli effetti sulla povertà educativa dei giovani che vengono accolti ogni giorno. È il Borgo Ragazzi don Bosco al tempo del coronavirus, raccontato nel report che sarà pubblicato il prossimo 31 gennaio, in occasione della festa di san Giovanni Bosco. Quasi 1.500 tra famiglie e ragazzi sostenuti, 400 pacchi alimentari distribuiti, 50 dispositivi donati e regalati a coloro che non avevano accesso a connessioni internet. E ancora, 3.440 ore video, 2.430 ore di formazione professionale online, 600 ore di formazione destrutturata online, 200 ore di doposcuola a distanza, 200 ore di gruppi formativi a distanza, 60 colloqui per consulenza psicopedagogica a distanza, 100 merende social per condividere momenti ludici e ricreativi con i ragazzi, 500 ragazzi raggiunti con attività social. Sono alcuni dei numeri che raccontano come il Borgo ha reagito all’emergenza sanitaria in corso.
«Dopo un primo disorientamento iniziale – si legge in una nota -, la Comunità del Borgo Ragazzi don Bosco ha dato l’unica risposta possibile: continuare a stare accanto ai giovani, anche in questa nuova e imprevista situazione! Il “come” fare questo è stato una meraviglia di amore, fantasia, competenze e audacia che i molti educatori, volontari e giovani si sono “inventati” per non lasciare solo nessuno». Una vera e propria «gara di solidarietà», la definiscono dal Borgo, che ha permesso di fare fronte all’emergenza senza lasciare indietro nessuno. «Cittadini, aziende, fondazioni: ognuno ha contribuito a far sì che nessuna casa fosse veramente lontana. Molti di questi sono i nostri volontari che hanno deciso di trasformare il loro impegno gratuito in donazione». Ora, dopo la timida ripartenza estiva, «siamo ancora in piena emergenza. E se l’emergenza sanitaria speriamo tutti che si risolverà con l’arrivo dei vaccini annunciati, l’emergenza economica, lavorativa e educativa avrà, crediamo, pesanti strascichi».
Un lavoro, quello fatto in questi mesi, che è «preparazione alle macerie che la pandemia lascia sul campo – riflettono ancora dal Borgo -, soprattutto in ambito educativo. Ci stiamo solo parzialmente accorgendo delle problematiche che la “disaffezione” alla frequenza scolastica ha causato a tanti ragazzi e giovani; delle crescenti difficoltà ad inserire lavorativamente chi ha concluso un percorso formativo; delle ansie e dei timori che anche i bambini e i più giovani hanno assunto dalle raccomandazioni alla distanza e alla iperattenzione alla pulizia e all’igiene; dalla poca possibilità di stare e muoversi all’aria aperta di quest’ultimo anno». Tutte conseguenze della pandemia che «non sarà cosa da poco» fronteggiare. «È una sfida che dobbiamo prepararci ad affrontare e sarebbe meglio non da soli. Ci salveremo insieme o non ci salveremo».
Ognuno, è la tesi del Borgo don Bosco, è chiamato a fare la propria parte in questa lunga “ripartenza” e «da parte del Borgo Ragazzi don Bosco la scommessa e l’impegno sarà come sempre, e oggi ancora di più, per il bene dei ragazzi, affinché essi trovino sempre una casa e degli adulti che, al loro fianco, affrontino il difficile cammino della crescita. Con Don Bosco – concludono – guardiamo con amore e fiducia alle nuove generazioni, sicuri che “dalla buona o cattiva educazione della gioventù dipende un buon o triste avvenire della società” – spiegano citando il fondatore -, mettendo al centro il giovane e accompagnandolo a scoprire nuovi orizzonti possibili».
20 gennaio 2021