Compito del Sinodo: «Far germogliare sogni, far fiorire speranze»
Nel suo discorso introduttivo, il Papa indica cosa si aspetta da queste settimane di confronto. E ringrazia i giovani per aver voluto scommettere che «vale la pena di avere la Chiesa come madre, come casa»
Superare il «debito di ascolto»; andare oltre pregiudizi e stereotipi per riallacciare e scoprire una nuova dimensione del dialogo intergenerazionale; eliminare il clericalismo come pure il «virus dell’autosufficienza» di tanti giovani; e soprattutto, far scaturire «non solo un documento – che generalmente viene letto da pochi e criticato da molti – ma soprattutto propositi pastorali concreti, in grado di realizzare il compito del Sinodo stesso, ossia quello di far germogliare sogni, suscitare profezie e visioni, far fiorire speranze, stimolare fiducia, fasciare ferite, intrecciare relazioni, risuscitare un’alba di speranza, imparare l’uno dall’altro e creare un immaginario positivo che illumini le menti, riscaldi i cuori, ridoni forza alle mani e ispiri ai giovani – a tutti i giovani, nessuno escluso – la visione di un futuro ricolmo della gioia del Vangelo». Nel suo discorso introduttivo alla XV Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi Papa Francesco ha indicato ai Padri, alla Chiesa e al mondo intero cosa si aspetta da queste tre settimane di confronto.
Il Santo Padre ha ringraziato i giovani «per aver voluto scommettere che vale la pena di sentirsi parte della Chiesa o di entrare in dialogo con essa; vale la pena di avere la Chiesa come madre, come maestra, come casa, come famiglia, capace, nonostante le debolezze umane e le difficoltà, di brillare e trasmettere l’intramontabile messaggio di Cristo; vale la pena di aggrapparsi alla barca della Chiesa che, pur attraverso le tempeste impetuose del mondo, continua ad offrire a tutti rifugio e ospitalità; vale la pena di metterci in ascolto gli uni degli altri; vale la pena di nuotare controcorrente e di legarsi ai valori alti: la famiglia, la fedeltà, l’amore, la fede, il sacrificio, il servizio, la vita eterna. La nostra responsabilità qui al Sinodo è di non smentirli, anzi, di dimostrare che hanno ragione a scommettere: davvero vale la pena, davvero non è tempo perso!».
Come in altre occasioni analoghe, Francesco a invitato tutti a «parlare con coraggio e parresia, cioè integrando libertà, verità e carità. Solo il dialogo può farci crescere. Una critica onesta e trasparente è costruttiva e aiuta, mentre non lo fanno le chiacchiere inutili, le dicerie, le illazioni oppure i pregiudizi». Impossibile non pensare alle accuse che gli sono piovute addosso negli ultimi tempi e al conseguente invito a pregare il Rosario e la preghiera a san Michele per l’unità della Chiesa. «Il Sinodo – ha detto ancora il Papa – dev’essere un esercizio di dialogo». Quindi si è soffermato sul discernimento, ricordando che «non è uno slogan pubblicitario» o «una moda di questo pontificato, ma un atteggiamento interiore che si radica in un atto di fede». Per questo ha disposto che ogni 5 interventi ci sia una pausa di riflessione di 3 minuti, per assimilare le cose ascoltate.
Pressante l’invito a uscire «da pregiudizi e stereotipi», soprattutto nel rapporto tra generazioni, «un terreno in cui attecchiscono con una facilità proverbiale». Ascolto e superamento dei pregiudizi sono due atteggiamenti che il Papa considera «un potente antidoto contro il rischio del clericalismo, a cui un’assemblea come questa è inevitabilmente esposta», una «perversione» che «è radice di tanti mali nella Chiesa: di essi dobbiamo chiedere umilmente perdono e soprattutto creare le condizioni perché non si ripetano».
Ancora, «abbiamo bisogno di ritrovare le ragioni della nostra speranza e soprattutto di trasmetterle ai giovani, che di speranza sono assetati – ha affermato il Santo Padre -. L’incontro tra le generazioni può essere estremamente fecondo in ordine a generare speranza». E contro i profeti di sventura, il Papa ha concluso invitando a «tenere fisso lo sguardo sul bene, che spesso non fa rumore, non è tema dei blog né arriva sulle prime pagine».
4 ottobre 2018