Il degrado ambientale, l’altro volto del degrado sociale

Il convegno nella Giornata per la Custodia del creato. Zamagni: «Cambiare stili e modi di vita». L’esperienza della parrocchia di San Gabriele

In Vicariato il convegno per la Giornata per la Custodia del creato. Zamagni: «Cambiare stili e modi di vita». L’esperienza della parrocchia di San Gabriele dell’Addolorata

La parete di fondo della Sala Conciliare del Palazzo Lateranense è decorata da una veduta di Roma raffigurata come una verdeggiante città giardino: imponente affresco che celebra il francescano Papa Sisto V, che alla fine del 1500 riportò nell’Urbe l’acqua potabile. Un’immagine particolarmente adatta a “vegliare” sui lavori del convegno che, sabato 7 novembre, ha dato il via alla due giorni diocesana dedicata alla Custodia del creato. L’appuntamento, intitolato “La comunità cristiana e la cura della casa comune” è stato moderato dal presidente dell’associazione Greenaccord Alfonso Cauteruccio, e aperto dai saluti del vescovo ausiliare Guerino Di Tora – in sostituzione di monsignor Matteo Zuppi, a Bologna per un incontro della nuova diocesi – il quale ha voluto sottolineare come, alla vigilia della 21esima conferenza di Parigi per il clima, occorra «una “conversione ecologica” che rimetta al centro della riflessione il rapporto dell’uomo con il Creato, come auspicato nell’enciclica Laudato si’».

«Credo che mai un’enciclica abbia suscitato tante attese prima di essere pubblicata e tante reazioni e commenti dopo come la Laudato si’ – ha detto Andrea Masullo, docente dell’Università di Camerino -: gli ambientalisti l’hanno definita “l’enciclica verde”; qualcun altro l’ha ribattezzata “l’enciclica sui poveri”. In realtà per il Papa non c’è una questione ecologica separata dalla questione sociale, perché l’ambiente umano e l’ambiente naturale si degradano insieme».

A ricordare il legame fra creato, creatura e Creatore è stato don Fabio Rosini, direttore del Servizio diocesano per le vocazioni, a partire da una domanda: il tema dell’ecologia è coerente con la fede cristiana o è solo un’operazione pubblicitaria? «Nella Genesi – ha detto Rosini – leggiamo che “All’uomo disse: Poiché hai ascoltato la voce di tua moglie e hai mangiato dell’albero… maledetto sia il suolo per causa tua!”. Converrete che mai come adesso possiamo dire che il suolo è maledetto per causa nostra, laddove si vede che il rapporto con l’ambiente è essenziale nella vita spirituale».

Nella tavola rotonda seguita ai primi interventi, l’economista Stefano Zamagni, dell’Università di Bologna, ha notato come «le linee di azione che emergono dalla Laudato si’ ci dicono che è giunto il momento di dare vita a una organizzazione mondiale dell’ambiente che abbia potere di sanzionare, che occorre trasformare il sistema finanziario e che bisogna intervenire sui “modi di vita”, che sono comunitari, e non solo sugli “stili di vita”, importanti ma personali». Si è quindi parlato di epidemiologia e biofarmaci con Carmela Marino, del Dipartimento Tutela salute dell’Enea della Casaccia, che ha illustrato le ricerche in corso nel programma Horizon 2020 (strategia decennale della Commissione Europea per la crescita intelligente, sostenibile e solidale) e quindi, con Lucetta Scaraffia, docente della Sapienza, dell’importanza della «reductio ad unum» fatta dal Papa nella Laudato si’ riguardo ai temi ambientali.

Prima dei saluti conclusivi, dati da monsignor Andrea Manto, direttore del Centro diocesano per la pastorale sanitaria, don Antonio Lauri, parroco di San Gabriele dell’Addolorata, ha portato la testimonianza del percorso ambientale fatto nella sua parrocchia: «Tre anni fa abbiamo iniziato una riflessione sul Creato – ha raccontato don Antonio -. Nelle catechesi per gli adulti in cui parlavamo della crisi abbiamo inserito la questione ambientale, così come nei due anni del post comunione in attesa della cresima, dove abbiamo sperimentato il catechismo dei “Piccoli custodi del Creato”. Con la collaborazione delle parrocchie di prefettura e del Vicariato, abbiamo avviato un percorso di educazione alla bellezza e sensibilizzazione all’ambiente che, speriamo, possa essere ripreso anche da altri».

9 novembre 2015