La beatificazione di Carlo Acutis con il cardinale Vallini

Il 10 ottobre ad Assisi. Aperta intanto la tomba, visibile fino al 17. La mamma: «Attraverso di lui, Dio ci invita ad avere più fede, speranza e amore»

A presiedere il rito della beatificazione del venerabile Carlo Acutis, il prossimo 10 ottobre ad Assisi, nella basilica di San Francesco, sarà il cardinale Agostino Vallini, legato pontificio per le basiliche di San Francesco e Santa Maria degli Angeli.  Ieri intanto, 1° ottobre, dando il via agli eventi collaterali alla beatificazione, il vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino Domenico Sorrentino ha aperto la tomba del prossimo beato, sepolto nel santuario della Spogliazione, che resterà visibile fino al 17 ottobre, per permetterne la venerazione senza un eccessivo assembramento.

Rispondendo ad alcune notizie improprie circolate sui media, Sorrentino ha evidenziato che non risponde a verità il fatto che il corpo di Carlo sia stato trovato incorrotto. «All’atto dell’esumazione nel cimitero di Assisi, avvenuta il 23 gennaio 2019 in vista della traslazione al santuario – ha riferito -, esso fu trovato nel normale stato di trasformazione proprio della condizione cadaverica. Non essendo tuttavia molti gli anni della sepoltura, il corpo, pur trasformato, ma con le varie parti ancora nella loro connessione anatomica, è stato trattato con quelle tecniche di conservazione e di integrazione solitamente praticate per esporre con dignità alla venerazione dei fedeli i corpi dei beati e dei santi. Un’operazione che è stata svolta con arte e amore – ha assicurato il presule -. Particolarmente riuscita la ricostruzione del volto con maschera in silicone. Con specifico trattamento è stato possibile recuperare la reliquia preziosa del cuore che sarà utilizzata nel giorno della beatificazione».

L’apertura della tomba è avvenuta al termine di una celebrazione presieduta da Sorrentino nel santuario della Spogliazione, alla quale hanno preso parte anche i genitori del prossimo beato. «Carlo è passato in mezzo a noi come una meteora – le parole del presule -. Morto a soli quindici anni: quale disgrazia e quale strazio per i suoi e per quanti gli volevano bene! Ma nei disegni di Dio, quella disgrazia nascondeva una grande grazia. Quella meteora ha lasciato una scia di luce che lo rende ancora vivo e operante in mezzo a noi». Carlo, ha aggiunto il presule, «è stato mandato come uno dei discepoli dei quali ci ha parlato il Vangelo: quelli che avevano il compito di battistrada, per preparare la via a Gesù, ed erano mandati ad annunciare la pace. Inviati come agnelli in mezzo ai lupi, ma sapendo di essere i portavoce del Buon Pastore».

Una missione, questa, che Carlo ha svolto «specialmente per i giovani, per i suoi coetanei di questo tempo così entusiasmante e, insieme, così disorientato – ha aggiunto Sorrentino -. Un tempo dove si sperimentano cose meravigliose attraverso una tecnologia che unisce il mondo da un capo all’altro, ma che tante volte si fa tumulto di informazioni e messaggi contraddittori, nei quali è così difficile ritrovare la bussola della verità e dell’amore». Con i suoi 15 anni, Carlo, nelle parole del vescovo di Assisi, «è un ragazzo del nostro tempo. Un ragazzo dell’era internet, un modello di santità dell’epoca digitale, come lo ha presentato Papa Francesco nella sua lettera ai giovani di tutto il mondo. Il computer, con la sua mostra dei miracoli, è diventato il suo andare per le strade del mondo, come i primi discepoli di Gesù, a portare nei cuori e nelle case l’annuncio della pace vera, quella che placa la sete di infinito che abita il cuore umano. Quella dei giovani che vogliono davvero vivere da “originali” e non diventare fotocopie delle mode effimere».

Come opere – segno, nel suo nome sarà aperta ad Assisi una mensa per i poveri, a poca distanza dal santuario della Spogliazione. In più, la diocesi ogni anno sosterrà un progetto nei Paesi del sud del mondo, per «contribuire a creare un’economia solidale», ha annunciato il vescovo. Il fondamento, ha spiegato, sta nel «grande amore per i poveri» che Carlo ha “condiviso” con san Francesco, «oltre all’amore per Gesù e in particolare per l’Eucaristia». I dettagli dei due progetti, ha dichiarato, verranno resi noti nei prossimi giorni.

Commozione nelle parole della mamma di Carlo, Antonia Salzano, presente alla celebrazione accanto al marito. «Siamo emozionati che finalmente la tomba di Carlo sia stata aperta – ha detto -, soprattutto perché i fedeli che Carlo ha sparsi per il mondo saranno in grado di vederlo e di poterlo venerare in modo più forte e coinvolgente». L’auspicio della mamma del prosismo beato è che «attraverso l’esposizione del corpo di Carlo i fedeli possano elevare con più fervore e fede le preghiere a Dio, che attraverso Carlo ci invita tutti ad avere più fede, speranza e amore verso di Lui e verso i nostri fratelli proprio come Carlo ha fatto nella sua vita terrena. Preghiamo che Carlo interceda per tutti noi presso Dio e ci ottenga tante grazie», ha concluso.

2 ottobre 2020