Migranti in mare: Centro Astalli chiede lo sbarco immediato
Il Servizio dei Gesuiti per i rifugiati interviene sulla vicenda delle navi di ong bloccate a Catania. «Non prevedere l’assegnazione di un porto sicuro per dei naufraghi è violazione grave dei diritti umani, del diritto del mare, delle convenzioni sulla protezione internazionale»
Il Centro Astalli segue «con apprensione» le vicende delle persone soccorse dalle navi di ong a cui è impedito lo sbarco al porto di Catania. «Si tratta di naufraghi, sfiniti da giorni in mare e dalla fuga dai loro Paesi di origine oltre che dalla permanenza in Libia, Paese dove i migranti subiscono sistematicamente violenze e abusi. Non prevedere l’assegnazione di un porto sicuro per dei naufraghi è una violazione grave dei diritti umani, del diritto del mare, delle convenzioni sulla protezione internazionale», affermano in una nota. Di qui la richiesta dello «sbarco immediato di tutte le persone a bordo delle navi ferme nel porto di Catania».
Dal Servizio dei Gesuiti per i rifugiati in Italia informano che sulla Humanity 1 è salito domenica 6 novembre l’avvocato Riccardo Campochiaro, presidente del Centro Astalli Catania, in qualità di componente del team legale che assiste la Humanity 1, che ha fornito l’informativa legale ai migranti e raccolto le domande di protezione internazionale delle 35 persone considerate dalle autorità competenti non vulnerabili e per questo non fatte scendere sulla terraferma. «Tutte le persone rimaste sull’imbarcazione – afferma Campochiaro – sono in evidente stato di vulnerabilità, per le violenze subite nei Paesi di origine e di transito, per il naufragio nel Mediterraneo e per l’estenuante attesa di un porto sicuro in cui sbarcare. La loro situazione è altamente instabile – aggiunge -, anche perché nessuno di loro riesce a spiegarsi per quale motivo a qualcuno è stato concesso di scendere e a loro no».
In discussione, per il Centro Astalli, è l’«approccio selettivo messo in pratica dal governo», che «non fa altro che aumentare il senso di ingiustizia e di discriminazione», al di là dei dubbi sulle «modalità con cui sono state individuate le persone più vulnerabili». Alle istituzioni nazionali e sovranazionali dunque il Servizio dei Gesuiti chiede dunque «l’attivazione immediata di un’operazione di ricerca e soccorso europea per il salvataggio di migranti alla deriva nel Mediterraneo; l’apertura proporzionata di vie legali di ingresso per chi si trova nella condizione di chiedere protezione in Europa o voglia giungervi per cercare condizioni di vita degne; piani di accoglienza e integrazione che permettano di gestire le migrazioni in Europa in maniera coordinata, ordinata e sicura», si legge ancora nella nota.
A parlare è il presidente del Centro Astalli padre Camillo Ripamonti: «L’Europa, come chiede Papa Francesco, assuma su di sé la responsabilità delle migrazioni che da Asia e Africa la riguardano – esorta -. Non si può continuare a considerare un’emergenza i flussi migratori che nel mondo riguardano solo marginalmente il nostro continente. All’Ue il compito di lavorare per la pace con programmi di cooperazione volti alla promozione dei popoli e non alla chiusura delle frontiere e all’esternalizzazione dei propri confini. Proteggere, accogliere e integrare siano imperativo morale per ogni istituzione democratica», conclude.
8 novembre 2022