Mpv: «Ogni vita, anche la più fragile, merita protezione»

L’appello relativo all’«etica clinica» nell’emergenza coronavirus: «Superare le difficoltà dovute all’inadeguatezza delle risorse sanitarie»

Il Movimento per la vita affida a una nota la «preoccupazione» riguardo all’interpretazione delle raccomandazioni della Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva in tema di «etica clinica per l’ammissione a trattamenti intensivi e per la loro sospensione, in condizioni eccezionali di squilibrio tra necessità e risorse disponibili», rese pubbliche il 6 marzo scorso. Il presupposto è la consapevolezza di trovarsi di fronte a «una gravissima emergenza sanitaria di proporzioni enormi che ha e avrà non poche implicazioni e conseguenze per i singoli, per le famiglie, per il Paese, per il mondo». Di qui «sostegno, rispetto e gratitudine» nei confronti di medici e operatori sanitari, sui cui incombe un «grandissimo lavoro senza sosta».

In questo quadro, il Movimento vuole ribadire «ciò che più ci sta a cuore: ogni vita umana, anche la più fragile e la più prossima al suo compimento, merita sempre rispetto e protezione senza discriminazioni in termini di “valore” (dignità). È vero che, purtroppo, la scarsità di mezzi pone crudeli e angosciosi dilemmi – di legge nella nota – ma bisogna puntare a superare le difficoltà dovute alla inadeguatezza delle risorse sanitarie». Per il Movimento resta comunque «inaccettabile» l’idea di «stabilire a tavolino criteri discriminatori abbandonando i più vulnerabili e sacrificandoli a logiche utilitaristiche: per tutti – esortano – bisogna fare il massimo sforzo e ognuno deve sentirsi destinatario di una speciale attenzione».

Mpv condivide quindi il il richiamo del presidente dell’ordine dei Medici Filippo Anelli al Codice deontologico secondo cui «tutti i pazienti sono uguali e vanno curati senza discriminazioni». Ancora, «ci conforta l’intervento chiarificatore di Giovanni Albano, responsabile Anestesia e rianimazione Humanitas Gavazzeni di Bergamo, che ha scritto: “Non so quando finirà, ma so che finirà. Quando questo accadrà chi si è ammalato capirà tante cose e chi ha curato sarà un medico o un infermiere migliore. Ma il vero valore sarà ciò che tutto il resto dell’umanità che per sua fortuna ne è rimasta fuori dovrà cogliere: il valore della solidarietà, dell’unione, dell’inutilità di moltissime cose e della grandezza di poche”».

Per il Movimento, «guarire è speranza e curare è missione costante del medico verso tutti i fratelli malati. Nell’aiuto alla vita – è la conclusione della nota – sta la grandezza della civiltà dell’amore».

11 marzo 2020