Il Libro di Ester e «l’apparente invisibilità di Dio nella storia»

Nella Giornata del dialogo ebraico-cristiano, alla Lateranense il confronto tra il rabbino capo della Comunità ebraica di Roma Riccardo Di Segni e Nuria Calduch-Benages, docente alla Gregoriana

giornata dialogo ebraico cristiano lateranenseÈ una donna, Ester, la protagonista del libro biblico scelto quest’anno per orientare le riflessioni della XXX Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cristiani ed ebrei che è stata celebrata in tutta Italia ieri, 17 gennaio, come da tradizione, alla vigilia della Settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani che si apre oggi. Nella diocesi di Roma, in particolare, ha avuto luogo nel pomeriggio un incontro alla Pontificia Università Lateranense, nell’Aula Paolo VI, gremita: sul significato profondo della vicenda di questa giovane orfana ebrea deportata in terra straniera, la cui situazione a un certo punto cambia in modo radicale tanto da diventare, per misteriosa disposizione di Dio, la regina e la salvatrice di una grande potenza mondiale, si sono confrontati in un dialogo a due voci Riccardo Di Segni, rabbino capo della Comunità ebraica di Roma, e Nuria Calduch-Benages, docente di Antico Testamento alla Pontificia Università Gregoriana e membro della Pontificia commissione biblica. A moderare i lavori, monsignor Giuseppe Pulcinelli, biblista e responsabile diocesano per i rapporti con l’ebraismo.

libro di ester giornata dialogo ebraico cristiano«Questo piccolo-grande rotolo – ha chiosato Di Segni mostrando una pergamena antica scritta a mano e impreziosita da disegni – assume nell’ebraismo un ruolo liturgico e istituzionale ben preciso e se è vero che anche gli altri quattro rotoli sono legati ciascuno a una ricorrenza del calendario ebraico, nel caso di Ester il legame è più forte ed è attestato da un obbligo preciso di lettura ripetuta e preceduta da formule di benedizione». In particolare, l’esegesi rabbinica evidenzia in questo testo «la dinamica tra ciò che appare e il nascondersi – ha continuato -: non compare mai esplicitamente un nome divino, solo una volta con una tenue allusione, e ciò rappresenta l’apparente invisibilità e assenza di Dio nella storia, in contrasto con la prepotente presenza del potere umano». La storia di Ester è infatti alla base della festa ebraica di Purim, in cui «si fa memoria della presenza velata e salvifica di Dio proprio quando, invece, Egli sembra assente e lontano dal dramma delle vicende umane». Ancora, Di Segni ha posto l’attenzione sulla protagonista femminile sottolineando come la tradizione accosti la figura di Ester a quella della matriarca Sara: di entrambe il testo biblico sottolinea la bellezza fisica e la saggezza morale.

Nuria Calduch-Benages giornata dialogo ebraico cristianoAnche Calduch-Benages ha associato il personaggio di Ester a quello di altre due donne sagge protagoniste della Bibbia – in particolare dei capitoli 14 e 20 del II libro di Samuele – pur nel loro rimanere anonime, identificate unicamente con la propria città di origine. A differenza della regina Ester, la donna di Tekoa, città a 18 chilometri da Gerusalemme, e quella di Abel, nell’estremo Nord di Israele, «non si distinguono per la loro bellezza – ha chiosato l’esperta – né per la loro condizione sociale» mentre «tutte e tre si distinguono, invece, per la loro sapienza, manifestata nell’abilità oratoria: servendosene, queste donne lavorano e operano per la salvezza e la pace del loro popolo, rischiando la vita e mettendosi a servizio del bene comune con coraggio».

giornata dialogo ebraico cristiano progetto davkaAd aprire i lavori era stato il rettore della Lateranense Vincenzo Buonomo, che nel suo saluto aveva sottolineato il valore di celebrare «proprio nell’ateneo del vescovo di Roma un momento di scambio e di dialogo, quello che il pontefice ci invita a riscoprire quotidianamente». Da parte sua, monsignor Marco Gnavi, incaricato dell’Ufficio diocesano per l’Ecumenismo, il dialogo interreligioso e i nuovi culti, al termine dell’incontro ha evidenziato l’importanza delle provocazioni proposte dai relatori rispetto alla «conoscenza apofatica di Dio» e quanto «il tema della insperata liberazione del popolo ebraico dallo sterminio stabilito dal primo ministro Haman, sventato per mano della regina Ester, è quanto mai attuale a motivo delle minacce che la comunità ebraica subisce purtroppo ancora oggi». Suggestivi e coinvolgenti nella loro allegria gli interventi musicali del Progetto Davka, il gruppo guidato da Maurizio Di Veroli impegnato nella rivalutazione del patrimonio musicale della Comunità ebraica di Roma che ha eseguito alcuni brani tipici della festa di Purim, il cosiddetto Carnevale ebraico.

18 gennaio 2019