Presentato a Leopoli il libro di Shevchuk “Dimmi la verità”
Il testo, pubblicato in italiano nel 2018, frutto delle conversazioni del capo della Chiesa greco-cattolica ucraina con don Paolo Asolan (Pul). Parolin: «Questione cruciale»
Presentata ieri, 31 maggio, nell’Aula Magna dell’Università Ivan Franko di Leopoli, la versione ucraina del libro “Dimmi la verità. Dialoghi sul senso della vita”, scritto dal capo della Chiesa greco-cattolica ucraina Sviatoslav Shevchuk in conversazione con don Paolo Asolan, docente di Teologia Pastorale alla Pontificia Università Lateranense, pubblicato in italiano dalle Edizioni Cantagalli nel 2018. Una conversazione ad ampio raggio che tocca vari temi di attualità: dal ruolo delle Chiese cattoliche orientali all’eredità di repressione rimasta nei Paesi ex sovietici; dalla situazione in Ucraina – dove nel 2018 non c’era una guerra su vasta scala, ma una guerra dimenticata che si consumava in particolare nelle regioni orientali del Paese – fino alla storia della vocazione stessa dell’arcivescovo maggiore di Kiev.
Presentando il libro, si legge in una nota della Chiesa greco-cattolica ucraina, Shevchuk lo ha definito un «utile strumento per la diplomazia pontificia». Centrale, per il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, che firma la prefazione dell’edizione in ucraino, il tema della verità. «Le vicende storiche e intellettuali degli ultimi secoli – scrive – hanno talmente operato sull’idea di verità al punto che, dapprima negando la possibilità di conoscerla fino poi a negarne l’esistenza stessa, la situazione oggi è come quella delle orme sulla strada del racconto. Se ne è perduta traccia».
Nell’analisi di Asolan, intervenuto alla presentazione a Leopoli, la situazione della guerra sarà qualcosa che resterà a lungo come una ferita dell’anima, ricordando l’esperienza della sua famiglia colpita dalle tragedie della prima guerra mondiale. Il compito è saper ricostruire dopo il trauma. «È anche pensando a questo compito che vi attende – ha detto – che vi esorto a leggere il libro, per trovarvi il coraggio di vivere con fede, con speranza, con amore anche il tempo in cui la guerra sarà finita e dovrete ricostruire. Mettendo le vostre mani nelle mani di Gesù risorto: anch’esse mani ferite, che portano i segni di una morte innocente e crudele, e che sono specchio di tutta l’assurdità che il male procura alla vita degli uomini e delle donne, dei bambini e delle bambine, degli anziani», ha concluso.
1° giugno 2023