Sako: «Istituzioni politiche e religiose sostengano l’esistenza dei cristiani iracheni»
L’appello contenuto nella Lettera per la Pasqua firmata dal patriarca caldeo di Baghdad. «È tempo di costruire uno stato civile moderno»
L’appello contenuto nella Lettera per la Pasqua del patriarca caldeo di Baghdad Louis Raphael I Sako. «È tempo di costruire uno stato civile moderno»
Ricorda «la sofferenza e il dolore quotidiano» della sua gente, causati da «razzismo e scelte politiche ingiuste», oltre che dagli «attacchi da parte di terroristi che hanno cacciato i cristiani dalle loro abitazioni», il patriarca caldeo di Baghdad Louis Raphael I Sako, nella sua Lettera per la Pasqua. Ed esorta governo, autorità politiche e religiose a intraprendere «iniziative concrete che vadano oltre la cortesia di routine per sostenere l’esistenza dei cristiani iracheni in quanto nativi di questa terra, per garantirne i diritti come cittadini e trattarli come veri partner nell’auto-determinazione». Nonostante oggi la Chiesa caldea in Iraq sia diventato un «piccolo gregge», scrive Sako, essa è «viva, aperta a livello ecumenico e ha contribuito, e lo sta ancora facendo, ad aiutare i poveri e gli sfollati, tra cui 700 studenti universitari (tra gli sfollati di Mosul e Piana di Ninive), fornendo alloggio e relativo supporto a prescindere dalla loro fede ed etnia. Questa è la nostra Chiesa – si legge ancora nel testo -, che serve con amore per il bene di tutte le persone, ispira speranza, incoraggia la solidarietà, cerca di costruire ponti, sostiene il dialogo e la riconciliazione nazionale».
La sconfitta dello Stato islamico «da parte delle coraggiose forze armate ha reso gli iracheni orgogliosi e pieni di speranza». Questo, per il patriarca, «è il tempo che i politici si uniscano e correggano le loro strade, impegnino le loro energie nella giusta direzione per costruire uno stato civile moderno, per integrarsi nell’identità nazionale e adottare efficaci programmi economici, sociali ed educativi. In questo modo- prosegue – il nostro Paese troverà la sua strada verso una ripresa qualitativa a tutti i livelli. Gli iracheni potranno godere così di un futuro più sicuro e pacifico di giustizia, dignità e libertà». Ai cristiani, in particolare, il primate raccomanda di «approfondire la loro fedeltà al cristianesimo e alla loro Chiesa; rafforzare la loro appartenenza alla patria; rinnovare la fiducia e consolidare i legami con i loro concittadini di diversa provenienza e ricordare che la loro presenza in questa terra è segno di un’esistenza storica lunga 20 secoli». Un legame da mantenere anche «tornando nelle loro città, curando la lingua e la memoria dei loro antenati, santi e martiri. La Chiesa caldea, nonostante le sue limitate capacità, ha cominciato a ricostruire le città intorno ad Alqosh a nord Mosul».
Ancora, Sako esorta i cristiani a «cooperare con i loro concittadini iracheni di diverse fedi, come musulmani, yazidi, sabei mandei, per affrontare le sfide come una nazione. La Chiesa caldea ha dedicato il 2017 alla pace. Quindi – conclude il patriarca – questa Settimana Santa rappresenta un’ottima opportunità per nutrire una forte speranza per la pace, la stabilità e una nuova vita attraverso la preghiera, la riflessione, la riconciliazione e il dialogo».
11 aprile 2017