Tor Bella Monaca, “palestra” di perdono e non violenza

La tavola rotonda organizzata dalla parrocchia di Santa Rita, nell’ambito della festa patronale. Il presidente del municipio Franco: «Non voltarsi dall’altra parte»

La pace passa dal rifiuto della violenza, quella quotidiana e che spesso caratterizza le periferie tanto esistenziali quanto economiche delle nostre città. È il messaggio della tavola rotonda “No violenza sì pace”, organizzata dalla parrocchia di Santa Rita a Tor Bella Monaca, nell’ambito dei festeggiamenti per la patrona, iniziati lunedì 20 maggio e che proseguiranno fino a domenica 26 maggio.

Di non violenza nelle strade, nei contesti familiari e nei quartieri si è parlato durante l’incontro, anche alla luce della figura di santa Rita, come ha spiegato nel suo intervento padre Pasquale Cormio, priore del Collegio internazionale agostiniano. «Rita – ha detto – ha operato costantemente per la pace, la giustizia, il perdono e la riconciliazione. Si tratta dei suoi insegnamenti più grandi», molto attuali «per le famiglie di oggi, per i genitori e i ragazzi che popolano la città, le sue vie e le sue periferie. La figura di santa Rita ci invita inoltre – ha aggiunto – a introdurre il concetto del perdono, iniziando dai contesti familiari e proseguendo poi in ambito territoriale, di quartiere, di parrocchia».

Presenti all’incontro anche Nicola Franco, presidente del VI municipio, e Giovanni Villannucci, Comandante della locale stazione dei Carabinieri. «È importante – hanno spiegato entrambi – la collaborazione tra le istituzioni e soprattutto non voltarsi dall’altra parte, anche se sappiamo di vivere in un territorio che è la più grande piazza di spaccio d’Europa, ha il più alto tasso di crimini e di microcriminalità di Roma ed è terreno fertile per le mafie». Lo Stato, ha sottolineato il comandante, in servizio nel quartiere da 24 anni, «deve chiedersi, e noi per primi, se in passato siamo stati capaci o meno di offrire un’alternativa valida per questi ragazzi, ma ora stiamo cercando di farlo quotidianamente e la speranza di un futuro migliore è più viva che mai, perché forse non si vede a occhio nudo, ma posso assicurare che Tor Bella Monaca sta migliorando».

Ritornando nel contesto familiare, hanno preso la parola i rappresentanti di alcune scuole del territorio. «Il problema più importante che affrontiamo è quello delle divisioni, in primis tra le famiglie, che poi si ripercuotono tra i bambini a scuola», ha raccontato Alessandra Scamardella, dirigente dell’Istituto Comprensivo “Melissa Bassi”. «Siamo chiamati – ha aggiunto – a insegnare il perdono, nonostante vediamo quotidianamente addirittura la rabbia insita nei giovani, frutto di situazioni familiari dove ci sono mancanze, disagi, privazioni».

Proprio di pace e non violenza ha parlato Maria Rosaria Autiero, docente dell’Istituto I.S. “Edoardo Amaldi”, che tra l’altro è stato il teatro – circa una settimana fa – di vergognose scritte omofobe, minacce e disegni inneggianti al nazismo contro tre insegnanti. «La risposta giusta – ha affermato – è la non violenza, da cui partire per essere propositivi nel costruire il bene, creare pace, scardinare la rabbia ed essere modelli validi da seguire». Infine, l’orgoglio «della propria missione di insegnanti ed educatori», nelle parole di Guglielmo Caiazza, dirigente dell’Istituto comprensivo di via san Biagio Platani. «Il nostro non è un semplice lavoro ma una chiamata e solo con questa consapevolezza riusciremo a migliorare noi stessi, i nostri giovani e il nostro quartiere anche quando, come nel mio caso, non è il nostro posto d’origine ma lo sentiamo subito come casa».

24 maggio 2024