Verso il Sinodo: la lettera della presidenza Cei sulle 3 fasi, fino al 2025

L’obiettivo: aggiornare su quanto fatto, in attesa della sessione autunnale del Consiglio permanente e dell’Assemblea straordinaria di novembre

In attesa della sessione autunnale del Consiglio episcopale permanente (27-29 settembre) e dell’Assemblea generale dtraordinaria della Cei (22-25 novembre 2021), dalla presidenza della Conferenza episcopale italiana arriva una lettera indirizzata a tutti i vescovi, per aggiornare su quanto fatto finora nel cammino sinodale, avviato, ricordano, nella 74ª Assemblea generale della Conferenza episcopale italiana, nel maggio scorso. Nella sessione straordinaria del Consiglio episcopale permanente, svolta in videoconferenza il 9 luglio, è stato tracciato, alla luce della Carta d’intenti presentata in Assemblea, un primo disegno del cammino, individuando un percorso quadriennale scandito da tre fasi correlate: narrativa, sapienziale e profetica. Intanto, la Segreteria generale del Sinodo dei vescovi ha diffuso il 7 settembre il Documento preparatorio e il Vademecum per orientare la XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo. «L’epoca che attraversiamo è colma di dolore e di grazia – si legge nella lettera -. La crisi sanitaria ha svelato innumerevoli sofferenze ma anche enormi risorse. Le nostre comunità devono fare i conti con isolamento, disgregazione, emarginazioni e tensioni; la creatività che hanno espresso, ora messa alla prova dal perdurare della pandemia, racchiude un desiderio di relazioni profonde e rigeneranti». Di qui l’invito di Francesco ad avviare un cammino sinodale nazionale, la cui prima fase, quella narrativa, è costituita da un biennio in cui verrà dato spazio all’ascolto e al racconto della vita delle persone, delle comunità e dei territori.

«Nel primo anno (2021-22) – scrivono i vertici Cei – faremo nostre le proposte della Segreteria generale del Sinodo dei vescovi per la XVI Assemblea generale ordinaria; nel secondo anno (2022-23) la consultazione del popolo di Dio si concentrerà su alcune priorità che saranno individuate dall’assemblea generale della Cei del maggio 2022». La seconda fase – sapienziale – è rappresentata da un anno (2023-24) in cui le comunità, insieme ai loro pastori, «s’impegneranno in una lettura spirituale delle narrazioni emerse nel biennio precedente, cercando di discernere “ciò che lo Spirito dice alle Chiese” attraverso il senso di fede del popolo di Dio». In questo esercizio saranno coinvolte le Commissioni episcopali e gli Uffici pastorali della Cei, le Istituzioni teologiche e culturali. La terza fase – profetica – culminerà, nel 2025, in «un evento assembleare nazionale da definire insieme strada facendo. In questo con-venire verranno assunte alcune scelte evangeliche, che le nostre Chiese saranno chiamate a riconsegnare al popolo di Dio, incarnandole nella vita delle comunità nella seconda parte del decennio (2025-30)».

Il cammino sinodale, ricordano ancora dalla presidenza Cei, «non parte da zero ma s’innesta nelle scelte pastorali degli ultimi decenni e, in particolare, nei Convegni Ecclesiali di Verona e Firenze». Proprio il discorso del Papa a Firenze, insieme all’Evangelii gaudium, scandirà la traiettoria del percorso. Il metodo è quello di “consultazione capillare” proposto dal Sinodo dei vescovi, che prevede il coinvolgimento di parrocchie, operatori pastorali, associazioni e movimenti laicali, scuole e università, congregazioni religiose, gruppi di prossimità e di volontariato, ambienti di lavoro, luoghi di assistenza e di cura. «Fondamentale», dunque, costituire «gruppi sinodali diffusi sul territorio: non solo nelle strutture parrocchiali ma anche nelle case e dovunque sia possibile incontrare e ascoltare persone». Nella prossima sessione autunnale (27-29 settembre), il Consiglio episcopale permanente nominerà un Comitato con il compito di promuovere, sostenere e accompagnare il cammino. All’inizio di ottobre saranno consegnate le prima linee per il cammino sinodale e alcuni suggerimenti metodologici.

9 settembre 2021