Via Scorticabove, i rifugiati: ora dormiremo alla stazione Termini
L’appello alla cittadinanza da parte dei rifugiati sudanesi sgomberati dall’accampamento dove vivevano ormai da tre mesi, dopo lo sfratto dal civico 151. «Non sappiamo dove andare. Chiediamo aiuto alla città»
«Non sappiamo dove andare a dormire. Chiediamo aiuto alla città perché da stasera andremo alla stazione Termini». Si appellano alla cittadinanza i rifugiati sudanesi sgomberati ieri mattina, 3 ottobre, dall’accampamento di via Scorticabove dove da tre mesi in circa 70 vivevano su materassi e tende di fortuna. Dopo lo sgombero del 5 luglio dallo stabile al civico 151 gestito da una ex cooperativa coinvolta in Mafia Capitale, infatti, la comunità sudanese aveva deciso di non accettare la proposta di accoglienza emergenziale del Comune di Roma e di resistere in attesa di una proposta diversa da parte delle istituzioni. «Una presa di posizione per cercare una soluzione che evitasse al gruppo di sudanesi di dividersi», racconta una dei volontari accorsi in via Scorticabove.
Inutili le trattative al tavolo convocato dall’assessorato capitolino alle Politiche sociali: ieri mattina i blindati della Polizia di Stato e la Polizia Locale hanno proceduto con una ruspa ad abbattere l’accampamento. «Ora ci trovate alla stazione Termini – dice Adam, uno dei portavoce della comunità sudanese -. Avevamo un tavolo con le istituzioni ma per l’ennesima volta hanno giocato sulla nostra pelle. Siamo stati trattati come merci. Conoscono il problema ma ci hanno sgomberati anche dalla strada. Siamo in Italia da oltre 13 anni con uno status di rifugiati politici. Non abbiamo sentito l’assessore Baldassarre, non abbiamo sentito nessuno».
4 ottobre 2018