Viaggi missionari: conoscere e animare

Il Centro diocesano ripropone l’iniziativa: Mozambico, Brasile, Nepal, Albania e Thailandia. Entro il 20 marzo le iscrizioni dei pellegrini

Il Centro diocesano ripropone l’iniziativa: Mozambico, Brasile, Nepal, Albania e Thailandia. Entro il 20 marzo le iscrizioni dei pellegrini

Incontrare, conoscere, animare e raccontare. Per il 2016 il Centro diocesano per la cooperazione missionaria tra le Chiese offre la possibilità di «condividere l’esperienza della fede e promuovere la carità» attraverso i pellegrinaggi missionari. Un’esperienza – racconta don Michele Caiafa, addetto del Centro – che è possibile vivere grazie alla «Chiesa di frontiera» in quei luoghi dove la fede si scontra ogni giorno con le difficoltà della sopravvivenza, fisica e spirituale: «Vogliamo incarnare in qualche modo il grande messaggio di papa Francesco, andare nelle periferie del mondo, i luoghi dove c’è realmente bisogno di esprimere l’unità e la fede».

Se il pellegrinaggio in Kenya si è svolto già a dicembre, l’anno nuovo porterà in Mozambico, Brasile, Nepal, Albania e Thailandia. «Auspichiamo – aggiunge Caiafa – che questi viaggi non si concludano con il ritorno a Roma, ma possano diventare un carburante che metta in moto l’animazione missionaria». La finalità del viaggio è l’arricchimento attraverso la condivisione, con esperienze diverse in ognuno dei Paesi interessati (iscrizioni entro il 20 marzo: cmdroma@vicariatusurbis.org).

Alcuni pellegrinaggi saranno conoscitivi, come in Brasile (a Recife, Olinda e nella diocesi di Floresta) e in Thailandia, a Bangkok; in Nepal e in Albania (a Guriizi, nella diocesi di Scutari), invece, i fedeli saranno invitati a partecipare attivamente alla vita della comunità: «In questi Paesi viene chiesto un impegno concreto di lavoro. In Nepal serve aiuto per la ricostruzione dopo il terremoto, in Albania l’impegno sarà con i ragazzi durante il periodo estivo per farli giocare». I pellegrinaggi non termineranno nei giorni in cui i pellegrini verranno coinvolti sul campo, ma mirano a creare appunto una rete di relazioni, un incontro tra Paesi e tra persone a cui la diocesi tiene molto: «Abbiamo fatto di tutto – sottolinea Caiafa – per moderare i prezzi, ci rendiamo conto delle difficoltà economiche che stiamo vivendo e per questo i nostri sacerdoti “fidei donum” si sono impegnati a dare la massima disponibilità».

Prima di partire potranno essere organizzati brevi corsi informativi e, durante la permanenza, la comunità cattolica locale sarà sempre presente. Ognuno può vivere appieno l’esperienza missionaria, spiegano al Centro, non bisogna farsi spaventare, c’è bisogno di tutti, per le mansioni più complesse ma anche per quelle della vita quotidiana: «Le esperienze sono tali perché si fanno – aggiunge Caiafa -, a volte bisogna avere coraggio di agire. In ognuno di questi Paesi è chiesto un tipo di servizio che si impara sul posto, tutti possono trovare il proprio spazio. Chi ha competenze specifiche fa bene a metterle a servizio, ma anche chi non le ha aiuta».

Molto spesso vengono dati per scontati piccoli gesti che invece possono servire tanto: «A volte basta anche stare a casa e mettere su l’acqua per la pasta o aiutare dei bambini a vestirsi perché da soli non sono capaci, o aiutare a portare mattoni per ricostruire una casa. In alcuni casi basta l’apertura del cuore, la voglia di imparare, vedere che c’è altro oltre la nostra città. Basta lo spirito di apertura».

 

11 gennaio 2016