A Gaza si rischia «una strage nella strage»

Iacomini (Unicef Italia): agli abitanti meno di 3 litri di acqua al giorno. Preoccupazione per il rilascio dei piccoli ostaggi di Hamas e per i traumi riportati da tutti i minori

Il portavoce di Unicef Italia Andrea Iacomini accende i riflettori sulle condizioni igienico-sanitarie che si vivono nella Striscia di Gaza, dove «quasi 1 milione di bambini non ha accesso ad acque sicure per l’igiene di base». In queste condizioni, denuncia, «i bambini sotto i 5 anni sono particolarmente a rischio di contrarre malattie che sono la principale causa di mortalità infantile, tra cui il colera, che prolifera facilmente in situazioni di guerra».

Complessivamente, informa Iacomini, «circa 2 milioni e mezzo di persone a Gaza, di cui la metà sono bambini, hanno estremo bisogno di acqua potabile. La maggior parte di essi fa ricorso a fonti d’acqua non potabile per ovviare a questa crisi facendo incrementare pericolosamente il rischio di epidemie dovute al consumo di acqua non salubre». Gli abitanti di Gaza, riferisce, «hanno meno di 3 litri di acqua al giorno per soddisfare il proprio sostentamento e i propri bisogni igienici e sanitari quando la media giornaliera minima dovrebbe essere di 15 litri. Senza gli aiuti umanitari necessari, si rischia una strage nella strage».

La preoccupazione dell’Unicef infine è anche «per il rilascio dei bambini israeliani ostaggi di Hamas e per i traumi riportati dai bambini e dalle bambine sia israeliani che palestinesi».

20 ottobre 2023