I diaconi, «sacramento vivo di Cristo servo»

Nella basilica di San Giovanni in Laterano il cardinale De Donatis ha conferito l’ordinazione diaconale a 8 studenti dei seminari romani, prossimi sacerdoti

L’annuncio del Vangelo e il servizio fraterno verso i più poveri e i bisognosi. Sono i compiti del diacono, il ministro “del libro e del calice”. Sabato 24 ottobre, ordinando otto diaconi transeunti, prossimi sacerdoti, il cardinale vicario Angelo De Donatis ha richiamato l’attenzione su un’altra missione «urgentissima» che li attende, quella delle «sentinelle della mistagogia». Nella basilica di San Giovanni in Laterano hanno indossato la stola diaconale e la dalmatica, e promesso rispetto e obbedienza al Papa, cinque alunni del Pontificio Seminario Romano Maggiore: George Bogdan, Salvatore Marco Montone, Manuel Secci, Diego Armando Barrera Parra, Giorgio De Iuri. Un passo in avanti nel percorso di formazione compiuto anche da Riccardo Cendamo e Samuel Piermarini, studenti del Collegio diocesano Redemptoris Mater. Nel Seminario della Madonna del Divino Amore si sta invece formando Mateus Henrique Ataide Da Cruz, l’altro nuovo diacono.

ordinazioni diaconali, De Donatis, San Giovanni in Laterano, 24 ottobre 2020Durante l’omelia il vicario del Papa per la diocesi di Roma ha ricordato agli otto che il diaconato li rende «sacramento vivo di Cristo servo che ha amato fino alla fine» e ha posto l’accento su un altro aspetto del ministero, proprio della liturgia bizantina. «Il diacono si muove frequentemente tra l’assemblea e il presbiterio – ha spiegato De Donatis -. Entra ed esce dalle porte regali per invitare il popolo alla preghiera. Appare come l’anello di congiunzione tra l’Eucaristia che si celebra dietro l’iconostasi e il popolo santo radunato davanti ad essa. Un ministero ponte, dunque, che ricorda una funzione antica dei diaconi: introdurre al ministero spiegando le Scritture, preparare i cuori alla celebrazione dei sacramenti facendo scoprire il dono di grazia nascosto in essi. Il diacono è la sentinella della mistagogia, il servo dell’iniziazione cristiana». È al diacono, infatti, che durante la Messa di ordinazione viene consegnato il libro dei Vangeli, come avviene nelle ordinazioni episcopali, non al presbitero.

Commentando il Vangelo proposto per la trentesima domenica del tempo ordinario, nel quale Gesù si sofferma sul più grande dei comandamenti, il porporato ha affermato che «il contrario dell’amore non è l’odio bensì la morte, che pone un termine a tutto. Solo l’amore, infatti, non avrà mai fine. Chi ama vive per sempre. Chi non ama diventa morte, sterilità, isolamento». Rispettare il comandamento dell’amore significa quindi compiere la volontà di Dio, mettendo a disposizione il cuore, l’anima e la mente. Entrando nel dettaglio il cardinale ha spiegato all’assemblea che solo chi ama con il cuore non si disperderà «in desideri avversi e inutili» ma sarà in grado di trasformare ogni palpito «in uno slancio d’amore verso Dio». Solo chi è davvero in grado di amare con tutta l’anima «non dubita mai dell’amore, qualsiasi cosa succeda». Infine, affrontando la vita basandola sui valori e sul “pensiero di Cristo” sarà possibile «allontanare la mentalità mondana – ha rimarcato il porporato -. Sia quella che si esprime nel profitto e nella prepotenza, sia quella, più sottile, che si annida in un buonismo senza grazia e in un ottimismo insipiente e senza visione».

ordinazioni diaconali, San Giovanni in Laterano, 24 ottobre 2020Gli ordinandi hanno scandito il loro “Eccomi” davanti alle loro famiglie, alle comunità parrocchiali, ai vescovi Daniele Libanori e Paolo Ricciardi e ai rettori dei seminari di provenienza – monsignor Enrico Feroci  del Seminario della Madonna del Divino Amore (che sarà creato cardinale nel prossimo concistoro, come annunciato ieri, 25 ottobre, da Papa Francesco), don Francesco Donega del Collegio Redemptoris Mater e don Gabriele Faraghini del Pontificio Seminario Romano Maggiore.

ordinazioni diaconali, De Donatis, San Giovanni in Laterano, 24 ottobre 2020

26 ottobre 2020