Il Papa: «La pace non è solo assenza di guerra»
L’incontro con i giovani di 137 Scuole di Pace. «Nubi oscure sul nostro futuro richiedono il coraggio di un sogno collettivo che animi un impegno costante, per affrontare le crisi»
«Trasformiamo il futuro. Per la pace con la cura» è il tema dell’incontro che ha visto riuniti con Papa Francesco, oggi, 19 aprile, i giovani di 137 Scuole di Pace, provenienti da 94 città di 18 regioni, accompagnati da insegnanti e rappresentanti delle istituzioni. Un evento che ha dato il via alla quarta edizione della Settimana civica, voluta dal Parlamento, che fino al 25 aprile sarà dedicata a promuovere l’educazione civica dei più giovani. Tra gli organizzatori, oltre alla Fondazione Perugia-Assisi per la cultura della pace presieduta da Flavio Lotti, anche padre Enzo Fortunato, che ha spiegato come questo incontro sia stato anche una tappa di avvicinamento alla prima Giornata mondiale dei bambini del prossimo 25 e 26 maggio. L’incontro è stato introdotto dalle parole e dai cartelloni di alcuni ragazzi dell’Istituto Volta di Perugia, la cui dirigente Fabiana Cruciani è coordinatrice della Rete nazionale delle Scuole di Pace, sorta nel 1987. «Cessate il fuoco, basta alla guerra» è stato lo slogan risuonato nell’Aula Paolo VI.
«Siete chiamati a essere protagonisti e non spettatori del futuro». Così Papa Francesco si è rivolto ai giovani, ricordando che «nel prossimo mese di settembre si svolgerà a New York il Summit del Futuro, convocato dall’Onu per firmare un Patto per il Futuro e una Dichiarazione sulle generazioni future». «C’è bisogno – ha aggiunto – anche del vostro contributo perché non rimanga soltanto sulla carta». Un Summit che «ci ricorda che tutti siamo interpellati dalla costruzione di un avvenire migliore e, soprattutto, che dobbiamo costruirlo insieme!»
Francesco ha ribadito che in un mondo «dove siamo tutti interdipendenti, non è possibile procedere come singoli individui che si prendono cura soltanto del proprio orto: occorre invece mettersi in rete e fare rete» perché «le sfide odierne, e soprattutto i rischi che, come nubi oscure, si addensano su di noi minacciando il nostro futuro, sono anch’essi diventati globali. Ci riguardano tutti, interrogano l’intera comunità umana, richiedono il coraggio e la creatività di un sogno collettivo che animi un impegno costante, per affrontare insieme le crisi ambientali, economiche, politiche e sociali che il nostro pianeta sta attraversando. Si tratta di un sogno che richiede di essere svegli e non addormentati!», che si porta avanti «lavorando, non dormendo; camminando per le strade, non sdraiati sul divano; usando bene i mezzi informatici, non perdendo tempo sui social; e poi – ha sottolineato – questo tipo di sogno si realizza anche con la preghiera, cioè insieme con Dio, non con le nostre sole forze».
Il Papa ha messo in evidenza due parole chiave dell’impegno dei ragazzi: «La pace e la cura. Sono due realtà legate tra loro: la pace, infatti, non è soltanto silenzio delle armi e assenza di guerra; è un clima di benevolenza, di fiducia e di amore che può maturare in una società fondata su relazioni di cura, in cui l’individualismo, la distrazione e l’indifferenza cedono il passo alla capacità di prestare attenzione all’altro, di ascoltarlo nei suoi bisogni fondamentali, di curare le sue ferite, di essere per lui o lei strumenti di compassione e di guarigione. Questa è la cura che Gesù ha verso l’umanità. Dal prendersi cura reciproco nasce una società inclusiva, fondata sulla pace e sul dialogo – ha continuato -. In questo tempo ancora segnato dalla guerra, vi chiedo di essere artigiani della pace; in una società ancora prigioniera della cultura dello scarto, vi chiedo di essere protagonisti di inclusione; in un mondo attraversato da crisi globali, vi chiedo di essere costruttori di futuro, perché la nostra casa comune diventi luogo di fraternità».
Prima di concludere, il pontefice ha parlato a braccio dei conflitti in atto: «Pensate ai bambini che sono in guerra, ai bambini ucraini, che hanno dimenticato di sorridere, pregate per questi bambini, metteteli nel cuore. Pensate ai bambini di Gaza che hanno fame». E dopo aver pregato con i presenti, ha augurato di «essere sempre appassionati del sogno della pace!».
19 aprile 2024