Installati a Roma monitor led con le immagini dei 220 ostaggi israeliani di Hamas
L’iniziativa della Comunità ebraica capitolina per chiederne il rilascio. La presidente Ucei Di Segni: «Si comprenda la minaccia del terrore antisemita per la società civile tutta»
Dalle prime ore del mattino fino a tarda sera, volti e nomi degli oltre 220 ebrei presi in ostaggio da Hamas il 7 ottobre scorso si alternano su 20 monitor led, posizionati in diversi quartieri di Roma, da viale Parioli a via Luisa di Savoia, passando per viale Liegi, piazza don Minzoni, il Flaminio e la zona di Collina Fleming, via Vigna Stelluti, via Cicerone. E ancora, pizza Pio XI, piazza Villa Carpegna, via Labicana, viale Manzoni, piazza Lodi, via Cesare Balbo, piazza Indipendenza, via XX Settembre, viale dell’Università, viale Maiella, piazza Annibaliano e Corso Trieste.
È l’iniziativa di sensibilizzazione promossa dalla Comunità ebraica di Roma per chiedere il rilascio degli ostaggi, avviata ieri, 24 ottobre, in contemporanea con l’arrivo nella Capitale delle famiglie di alcune delle persone sequestrate da Hamas, accolte dall’Unione delle Comunità ebraiche in Italia (Ucei), per alcuni incontri con i vertici italiani. A nome del Consiglio e di tutte le 21 Comunità ebraiche italiane, la presidente Ucei Noemi Di Segni chiede, «assieme alle famiglie tormentate dalle incertezze e dal dolore, che si percorra ogni via di giustizia per i crimini contro l’umanità commessi dai terroristi di Hamas nei confronti delle vittime. Siamo impegnati – dichiara – affinché le istituzioni, le organizzazioni umanitarie e ogni rappresentanza diplomatica si attivino per riportare in sicurezza gli oltre 30 bambini, anziani, uomini e donne, 222 ostaggi, a casa, in Israele e si comprenda la minaccia del terrore antisemita per la società civile tutta», si legge in una nota diffusa dall’Unione delle Comunità ebraiche in Italia.
25 ottobre 2023