L’elemosiniere Krajewski in Ucraina

Il prefetto del nuovo dicastero per il Servizio della carità in visita a Odessa. Mete successive: Zaporizhzhia e Kharkiv. «3.600 km in macchina per essere qui»

Ieri, 14 settembre, ha visitato le città di Haysyn, Uman e diverse comunità di Odessa. Oggi è in viaggio verso Zaporizhzhia, per raggiunge poi Kharkiv. «Ho lasciato il Vaticano, ho percorso quasi 3.600 km in macchina, che è anche un dono di Papa Francesco alla diocesi che visiterò per ultima», racconta il cardinale Konrad Krajewski, prefetto del nuovo dicastero per il Servizio della carità, inviato proprio dal pontefice tra la popolazione ucraina. «Durante il concistoro, cioè meno di una settimana fa – riferisce -, il Santo Padre mi ha chiamato e mi ha detto: “Sarebbe bello se riuscissi ad andare in Ucraina nelle zone di guerra e visitare le comunità assediate da più di 200 giorni, che sono rimaste tra la gente».

È la quarta missione, quella in corso, per l’elemosiniere pontificio, di cui dà notizia la Chiesa cattolica romana ucraina sul suo sito. «Questo viaggio – le parole del cardinale – è puramente evangelico. Sono venuto qui per raccontare l’amore del Santo Padre per l’Ucraina. Solo per stare con le persone oppresse e dare loro speranza, per stare con loro in silenzio, perché sappiano che anche se tanti chilometri ci separano, il Papa è con gli ucraini, nel suo cuore». Quindi, Krajewski ricorda l’appello lanciato ieri da Francesco, che dal Kazakistan ha ricordato la «martoriata Ucraina», chiedendo la ripresa dei negoziati perché «si provi davvero a raggiungere la pace». E «anche oggi in Kazakistan – prosegue il porporato – il Santo Padre ha parlato della sua amata Ucraina. Penso che sia l’unico leader religioso al mondo che parla dell’Ucraina da 200 giorni in ogni discorso. Oggi ha detto che nessuno al mondo dovrebbe dimenticare l’Ucraina, per non dimenticare questa guerra. Il mio compito – chiarisce – è andare lungo il confine, fino a Kharkiv, e stare con tutti coloro che sono evangelicamente presenti nei luoghi in cui sta avvenendo la tragedia. Non è solo la presenza e la consegna dei rosari ai militari o ai privati, è anche un aiuto concreto per vedere i bisogni e, dopo il ritorno a Roma, inviare quanto prima le cose o il denaro necessari a queste comunità. Viva l’Ucraina! Che sia libera il prima possibile!».

15 settembre 2022