Regalare a Dio la nostra umanità, per un vero Natale
Dalla lettura della storia, un aiuto a entrare nel mistero dell’incarnazione, contemplando il mistero di un Dio che dichiara con sempre maggiore passione il Suo amore per noi e si avvicina fino al punto di diventare uno di noi, uno-con noi, uno-per noi. E arrendendosi a Lui
Le settimane di Avvento hanno bussato al cuore di ogni cristiano per rendere efficace l’incontro con il Cristo che viene. «È ormai tempo di svegliarvi dal sonno perché la vostra salvezza è più vicina ora di quando diventaste credenti». Queste parole forti – come il suono di una tromba – avevano il compito di destarci dal torpore della mediocrità e della grigia abitudine per suscitare ancora interesse e desiderio di accogliere Colui che solo dà senso alla nostra vita. Chissà che effetto hanno avuto nell’intimo di ognuno!
Osservando ciò che accade nel nostro mondo si rimane un po’ perplessi. La guerra in Ucraina, come quelle diffuse in tante parti del mondo, continua a fare vittime, le nostre città marcano le distanze tra le abitudini fastose dei ricchi e lo stento disumano dei più poveri, la natura violentata da scelte scellerate fa sentire la sua sofferenza con eventi calamitosi sempre più gravi e poi le ingiustizie, il dilagare delle sostanze, lo smarrimento complessivo… Si fa davvero fatica a conciliare ciò che la liturgia ci ha fatto ascoltare con ciò che quotidianamente passa davanti ai nostri occhi! Ci si chiede che senso abbia celebrare ancora il Natale. Ma è proprio la lettura della storia che ci aiuta a entrare nel mistero dell’Incarnazione. Scriveva san Gregorio Nazianzeno: «Dio chiede in elemosina la nostra umanità per regalarci la sua divinità». Che bello sapere che Dio, guardando con amore ancora oggi la nostra umanità, tende la mano e mi/ci dice: “Per favore, regalamela!” E noi con le nostre letture piene di pessimismo a esitare, mentre Lui con dolcezza insiste: “Fammene dono!”
Ciò che ai nostri occhi non sembra meritevole di nulla, per il Suo cuore è estremamente prezioso. Ciò che per noi è definitivamente perduto Lui è ancora disposto ad amarlo “perdutamente”. Il mistero del Natale ancora ci sconvolge perché ci mette davanti il paradosso di una storia che tende in maniera sempre più marcata a prendere le distanze da Dio e dal Bambino di Betlemme che dichiara con sempre maggiore passione il Suo amore per noi e si avvicina fino al punto di diventare uno di noi, uno-con noi, uno-per noi.
La contemplazione di questo mistero dovrebbe indurre ad arrendersi a Dio. Sapere che non meritiamo nulla e che Dio è ancora disposto a donarsi a noi dovrebbe indurre ad abbattere ogni resistenza per fare spazio a Lui che non ha paura dei nostri vuoti, anzi, non vede l’ora di entrarci per riempirli di senso e di vita vera. Perché ciò accada sarebbe utile fermarsi un attimo e riflettere sulla propria storia e quella un po’ più grande nella quale siamo tutti immersi; interrogarsi seriamente se ha senso lasciarsi stordire dall’effetto di luci, di feste, di banchetti, di regali per poi tornare come prima o peggio di prima; oppure mettere da parte tante cose inutili che appesantiscono l’anima e fare verità con se stessi, permettendo a Dio di regalarci la Sua luce e la Sua vita.
L’augurio che sento di fare a me stesso e a ogni persona di buona volontà è di avere il coraggio di fare una sosta; di essere come quei pastori che per un istante hanno smesso di pensare al gregge per lasciarsi interrogare da ciò che stava accadendo dentro quella stalla. Forse non ci hanno capito gran che ma riprendendo il loro lavoro si sono lasciati accompagnare da quella luce e da una grande domanda che – forse – ha cambiato la loro vita: “Che vuol dire che oggi è nato per noi il Salvatore?”
Se anche oggi c’è un Dio disposto a nascere per caricarsi sulle spalle questa storia piena di contraddizioni vuol dire che l’esistenza di ognuno e la vicenda di tutti è bella; e in nome di questa bellezza ritrovata toglieremo di mezzo tante cose che non ci stanno; tenderemo una mano a chi si è allontanato da noi; ci accorgeremo che condividere i beni renderà più ricchi i nostri cuori; porteremo un po’ di luce a chi ha deciso di fermarsi per sempre perché privo di speranza. Allora sarà davvero un buon Natale, anzi, sarà un vero Natale. Vero Natale a tutti!
23 dicembre 2022