Santa Maria di Loreto, dove l’emergenza Covid è diventata un’opportunità

Il parroco don Carlevale: una pastorale rinnovata per «ricaricare la speranza». I 120 pacchi viveri a settimana, la spesa a domicilio e le iniziative per il Natale

La pandemia che da nove mesi è entrata a gamba tesa nella vita di ognuno ha preteso nuovi stili di vita ma può essere l’occasione per scrollarsi di dosso «vecchie convinzioni, meccanismi faticosi e poco fruttuosi», per riscoprire l’essenziale e cogliere il Covid-19 come opportunità per «fare verità sul senso di fraternità e di appartenenza di una comunità». Nella parrocchia Santa Maria di Loreto a Castelverde di Lunghezza questo tempo di cambiamenti ha spalancato le porte a una pastorale che mira all’incontro, alla riflessione e alla formazione. Lo sforzo messo in campo dai volontari per farsi prossimi e rispondere alle tante e sempre nuove emergenze va di pari passo con nuovi cammini di catechesi per adulti, con più ore di adorazione comunitaria e con un nuovo percorso di formazione al discepolato seguendo le orme dell’apostolo Pietro.

«L’auspicio è quello di dare risposte all’evidente fame di pane spirituale – spiega il parroco don Andrea Carlevale -, attraverso incontri che vogliono “ricaricare la speranza” mediante un cammino liturgico che tende ad accompagnare alla riscoperta del battesimo». Desiderio del presbiterio è quello di «dare nuova linfa alla celebrazione eucaristica domenicale, per arrivare al cuore della gente utilizzando un linguaggio semplice e comprensibile dai bambini, rendendo partecipe tutta la famiglia». Anche a Castelverde il coronavirus ha avuto un forte impatto sull’economia delle famiglie. In poche settimane si è passati dal distribuire 70 pacchi viveri ogni 15 giorni a 120 ogni settimana. Nessuna richiesta di aiuto è rimasta inascoltata: questo anche «grazie ai parrocchiani che fin da subito si sono rivelati generosi – rimarca il parroco -. Sono arrivate donazioni a cascata con le quali è stato possibile aiutare le persone in difficoltà a pagare le utenze domestiche, gli affitti e a consegnare buoni spesa che in alcuni casi sono più dignitosi del pacco alimentare». Non sono mancati i volontari che si sono offerti di consegnare la spesa a domicilio, soprattutto agli anziani soli, cogliendo l’occasione per portare il dono più grande: qualche minuto di compagnia e di socialità.

«In questi mesi è sicuramente cambiato anche l’approccio dei volontari della Caritas parrocchiale che hanno privilegiato un rapporto più personale – interviene il viceparroco don Michele Ferretti -.  Sollecitati anche dalle linee pastorali diocesane, l’ascolto contemplativo è quel valore aggiunto che rimarrà per sempre. Il cammino di speranza appena iniziato creerà una comunità che è una casa accogliente per tutti».  Dal punto di vista economico, per far fronte alle decine di richieste di aiuto giunte da chi si è improvvisamente trovato in stato di indigenza, Santa Maria di Loreto ha fatto riferimento a tutti gli strumenti attivati dalla Caritas diocesana come il Fondo famiglie e il Fondo anticrisi e ha richiesto una trentina di tessere per gli empori della solidarietà. In collaborazione con i Centri Aiuto per la vita hanno sostenuto donne incinta in gravi difficoltà economiche e aperto un doppio sportello per aiuto psicologico dedicato agli adulti e agli adolescenti. «Accanto alle problematiche di natura economica, la solitudine è stata una nuova criticità», afferma don Michele.

In vista delle imminenti festività natalizie, i volontari sono impegnati nel preparare pacchi viveri «un po’ più ricchi», mentre gli adolescenti sono stati coinvolti nel progetto “Una scatola di Natale” contenente piccoli doni da consegnare ai senza fissa dimora. Per far meglio comprendere ai bambini il senso del Natale e la bellezza del dono reciproco e gratuito, è stato pensato per loro “Un viaggio a Betlemme …con sorpresa” dedicato agli alunni di terza, quarta e quinta elementare. Suddivisi in due gruppi, martedì 22 e mercoledì 23 dicembre, i piccoli parteciperanno in chiesa a incontri che metteranno a confronto l’amorevole accoglienza di Giuseppe e dei pastori con l’inospitalità dell’albergatore e l’invidia di Erode. «Ai bambini – conclude don Andrea – sarà anche consegnata una scatola con un piccolo dono. Entro fine anno riporteranno il pacco con un loro personale regalo da fare ai bambini più poveri».

17 dicembre 2020