Tutto pronto, o quasi, per la 71ª edizione del Festival della Canzone Italiana
Marco Molendini, giornalista e critico musicale, commenta il Sanremo 2021, in programma in diretta su RaiUno dal 2 al 6 marzo: «Il Covid sarà l’ospite speciale»
Quest’anno Sanremo per il Festival si popola di giovani ma si svuota di tutto il circo mediatico per cause di forza maggiore. Questa, in estrema sintesi, la fotografia della 71ª edizione del Festival della Canzone Italiana, in scena, nonostante tutto, con la pandemia ancora in corso, dal 2 al 6 marzo prossimi. Dopo un braccio di ferro durato mesi, passato da Palazzo Chigi al VII° piano di viale Mazzini, e rischiato di finire su una nave da crociera (dove avrebbero voluto far alloggiare gli ipotetici spettatori), che ha coinvolto organizzatori, rappresentanti del mondo discografico e Comitato tecnico scientifico (Cts), sempre in bilico tra ipotesi di rinvio e ultimatum di abbandono della squadra da parte di Amadeus, direttore artistico e conduttore per il secondo anno consecutivo della kermesse, il Festival si farà, nel rispetto delle norme anti Covid, valide sull’intero territorio nazionale, tra mascherine Ffp2 e rispetto delle abituali norme di distanziamento e igiene, sul palco e fuori.
Così, visto che teatri e cinema sono ancora chiusi, e non è possibile svolgere spettacoli e concerti con pubblico in presenza, il pubblico all’Ariston, alla fine, non ci sarà, come non ci saranno eventi esterni al teatro Ariston, assembramenti fuori dagli hotel con i fans a caccia di foto e autografi, e programmi radio/tv collegati al festival. Magari è la volta buona che sarà davvero la musica italiana la vera protagonista. 26 i Campioni attesi in gara, 2 in più rispetto all’anno scorso: Aiello con Ora, Annalisa con Dieci, Arisa con Potevi fare di più, Bugo con E invece sì, Colapesce e Dimartino con Musica Leggerissima, Coma Cose con Fiamme negli occhi, Ermal Meta con Un milione di cose da dirti, Extraliscio e Davide Toffolo dei Tre Allegri Ragazzi Morti con Bianca Luce Nera, Fasma con Parlami, Francesca Michielin e Fedez con Chiamami per nome, Francesco Renga con Quando trovo te, Fulminacci con Santa Marinella, Gaia con Cuore Amaro, Ghemon con Momento Perfetto, Gio Evan con Arnica, Irama con La genesi del tuo colore, La Rappresentante di Lista con Amare, Lo Stato Sociale con Combat Pop, Madame con Voce, Malika Ayane con Ti piaci così, Måneskin con Zitti e buoni, Max Gazzè e la Trifluoperazina Monstery Band con Il Farmacista, Noemi con Glicine, Orietta Berti con Quando ti sei innamorato, Random con Torno a Te, Willie Peyote con Mai dire mai.
Sei degli 8 giovani artisti che calcheranno il palco dell’Ariston per la prima volta, le cosiddette “Nuove proposte”, parteciperanno nella sezione grazie al giudizio della Commissione musicale, della Giuria televisiva e del televoto. Tra loro Gaudiano con Polvere da sparo, Folcast con Scopriti, Greta Zuccoli con Ogni cosa sa di te, Davide Shorty con Regina, Wrongonyou con Lezioni di volo e Avincola con Goal!. Ai sei si sono aggiunti Elena Faggi con Che ne so e i Dellai, vincitori di Area Sanremo, con Io sono Luca.
Nei testi si parla – come sempre – molto d’amore e di medicinali, ma non ci sono grossi riferimenti al coronavirus, che resta, anche nei testi, fuori dal Festival. A condurre il Festival, in diretta in prima serata su Rai Uno a partire dalle ore 20.40, Amadeus, che è sarà affiancato per tutte e cinque le serate da Fiorello, nonché da Achille Lauro e Zlatan Ibrahimović e da una rosa di co-conduttrici, ancora in fase di definizione. Al momento, le donne confermate sono Naomi Campbell per la serata inaugurale, Elodie e l’attrice Matilda De Angelis. Ma, mentre scriviamo, il dubbio che non tutto vada come da programma si insinua. Ne è convinto anche Marco Molendini, giornalista e critico musicale di lunga esperienza, almeno una trentina di presenze al Festival come inviato, per molti anni una delle firme di punta de Il Messaggero, autore di libri e conduttore di programmi radio e tv sul jazz, insegnante al Master di critica giornalistica dell’Accademia d’arte Silvio D’Amico e consulente della programmazione di Umbria Jazz. «Quest’anno Sanremo è una sfida di resistenza al virus», dichiara, proprio nel giorno in cui è stato trovato il primo positivo al tampone antigenico rapido prima di accedere al teatro Ariston per effettuare le prove. Si tratta di Moreno Conficconi, il Biondo, degli Extraliscio, e con lui in isolamento fiduciario finirà ora tutta la band.
Che ne pensi di questo festival? Sarà il festival della rinascita?
Lo vedo complicato. Trovo che la Rai stia peccando di leggerezza. Normalmente a Sanremo durante il Festival vengono calcolate 3mila persone in più, tra cantanti con il loro entourage, addetti ai lavori, giornalisti, inviati ecc. E tutti si concentrano in una zona molto ristretta della città. Anche se quest’anno sono state ridotte le persone, il rischio assembramenti rimane. Oltretutto la zona della provincia di Imperia è attualmente arancione, significa che il rischio di contrarre il virus c’è. E la cronaca lo conferma. Non a caso stanno arrivando i no dei grandi ospiti come Benigni e Celentano, e conoscendolo, soprattutto lui, credo proprio che non vada per paura. Quindi avranno anche difficoltà a trovare ospiti di peso. Non condivido neppure la scelta di far stare i giornalisti in sala stampa, seppur con le dovute cautele. In questa situazione di emergenza, potevano seguirlo a distanza, visto che oltretutto durante le serate restano in sala stampa quindi comunque lo vedono dallo schermo e le interviste potevano essere fatte al telefono oppure on line, le conferenze in streaming. Insomma, la trovo in generale un’operazione spericolata e non capisco perché non si sia accettata l’idea di procrastinarlo vista anche la recrudescenza della pandemia in questo momento con le differenti mutazioni. Non credo proprio che sarà il Sanremo della rinascita anche se credo che la depressione generale che ci avvolge tutti in questo stato prolungato di isolamento gioverà agli ascolti. Certo, il vincitore sarà il virus o chi lo riesce ad abbattere.
E che ne pensi invece della scelta dei concorrenti in particolare quelli più seguiti da millenians e Generazione Z?
Già nelle ultime edizioni l’immissione di personaggi che vengono da quel mondo, che prima erano totalmente ignorati dal Festival, ha portato sicuramente un beneficio di pubblico, perché al di là del successo di Amadeus o Baglioni prima, va detto che certi nomi servono ad avvicinare un pubblico che altrimenti non guarda il Festival. È anche vero però che negli ultimi anni si è creata una sorta di bolla da cui spuntano nuovi personaggi di successo come funghi e durano il tempo dei funghi. Quindi questo va bene sul momento, ma dal punto di vista strutturale, per la canzone italiana, i risultati sono effimeri. Mentre Sanremo dovrebbe servire all’industria della musica, non solo alla Rai, a meno che non si accetti l’idea che sia solo uno spettacolo televisivo a cui la musica presta la sua forza lavoro.
Delle tue esperienze a Sanremo, che episodi ricordi tra i più segnanti?
Il Festival è sempre stato un grande incrocio di cose, tra tv, musica, polemiche. Sicuramente ci sono delle stagioni che hanno funzionato e altre che non rimarranno alla memoria. Quando pensiamo ai Festival del passato, ci ricordiamo sempre quelli in cui c’erano i duetti con i cantanti stranieri, Ray Charles, Stevie Wonder, edizioni storiche, dal carattere forte. Mi ricordo i Festival avventurosi dei tempi di Pippo Baudo con Striscia la Notizia che gli dava l’assedio. Ricordo mille scandali e mille plagi, ormai non parla più nessuno dei plagi. Io non so cosa resterà di questi ultimi Festival. Adesso anche solo se chiedi chi ha vinto le ultime edizioni ci metti un po’ a rispondere.
C’è e in caso qual è la formula giusta per conciliare tv e musica?
Ce ne possono essere. La tv però è un pezzo troppo potente e prepotente che finisce per schiacciare tutto. Ci sono state cose insospettabili come le prime della Scala in prima serata su RaiUno. Oppure mi ricordo nell’87 sempre trasmesso in prima serata su Raiuno il concerto di Sting con l’Orchestra di Gil Evans, una cosa oggi inimmaginabile, anche se la musica resta protagonista di quasi tutti gli spettacoli televisivi. Ci sono sempre ospiti musicali. I talent hanno dato un impulso fortissimo. Oppure pensiamo agli one man show o one woman show di questi anni da quello di Dalla con la Ferilli a quello di Patti Pravo o Renato Zero. Però di solito la musica viene sottomessa alla tv e non succede mai il contrario.
Che ti aspetti da questo Festival?
Mi aspetto, sempre se lo fanno, perché visto come vanno le cose ancora non è detto, una grande partecipazione di pubblico e mi aspetto anche, tutti i giorni, un titolo di giornale dedicato al Covid a Sanremo, anche perché il Festival è sempre stato un punto di incontro con le questioni sociali di attualità, dagli scioperi sindacali alle proteste alla politica, quindi mi aspetto che il Covid sia il vero ospite speciale.
Chi vince?
Ho dato un’occhiata ai pronostici, anche se credo che bisognerà come sempre aspettare almeno le prime due serate. Favorito è il duo Fedez Michielin, probabilmente perché Fedez è un personaggio molto mediatico, poi ho letto anche di Willie Peyote, non so in base a quale calcolo. Un altro personaggio che incontra il favore sia del pubblico giovane che di quello più tradizionale è Ermal Meta. I ragazzi dei talent si portano dietro un tesoretto di voti. Probabile che venga maltrattata Orietta Berti e mi dispiace.
19 febbraio 2021