Il breviario di padre Hamel a San Bartolomeo all’Isola

È stato portato nella basilica memoriale dei martiri contemporanei dal vescovo di Rouen, monsignor Lebrun: «Il Papa ci ha detto che è già beato»

È stato portato nella basilica memoriale dei martiri contemporanei dal vescovo di Rouen, monsignor Lebrun: «Il Papa ci ha detto che è già beato» 

«Uccidere in nome di Dio è satanico» ha esclamato Papa Francesco mercoledì 14 settembre, durante l’omelia della Messa celebrata a Santa Marta, «e quanto ci piacerebbe che tutte le religioni lo dicessero!» ha esortato. Di fronte a lui il vescovo di Rouen, Dominique Lebrun e le sorelle di padre Jacques Hamel, ucciso a Rouen lo scorso 26 luglio mentre celebrava la Messa: «Vattene Satana!» le ultime parole di padre Hamel, prima che i due terroristi gli tagliassero la gola urlando “Allah akbar”, “Dio è grande”. Per Papa Francesco, Padre Hamel è beato. Nella serata di giovedì 15 il suo breviario è stato portato, durante una cerimonia di preghiera, alla Chiesa di San Bartolomeo all’Isola, che Papa Giovanni Paolo II ha reso memoriale dei martiri del XX e del XXI secolo.

breviario_padrehamel_2«Padre Jacques Hamel è stato sgozzato
sulla croce mentre celebrava il sacrificio della Croce di Cristo. Un uomo buono, mite e di fratellanza, che sempre cercava di fare la pace» – ha detto ancora Papa Francesco, aggiungendo: «dobbiamo pregare padre Jacques perché è un martire, e i martiri sono beati». Alla fine della Messa, il Papa ha detto al vescovo di Rouen che padre Jacques Hamel è già beato: «il Papa – ha riferito monsignor Lebrun – mi ha detto: esponi questa foto, perché lui è beato adesso. E se qualcuno ti dice che non puoi, rispondi che ti ha autorizzato il Papa».

Il breviario, che giovedì è andato ad aggiungersi alle reliquie dei martiri contemporanei, è ancora aperto alla stessa pagina del 26 luglio, fatalmente fermo alla festa di San Giacomo: «di cui il parroco portava il nome», ha sottolineato il vescovo di Rouen. Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, ha espresso profonda gratitudine. Tra i presenti le sorelle di padre Jacques, il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, l’ambasciatore francese presso la Santa Sede, Philippe Zoller, e il viceministro degli esteri, Mario Giro, e una delegazione di fedeli di Rouen e il vescovo Lebrun: «Quando me l’avete proposto qualcosa di me diceva: “ma, non è troppo presto?”- ha detto durante l’omelia -, ma dopo aver sentito il Papa ieri penso che questo sentimento non era del tutto giusto. Forse era troppo presto per il mio piccolo cuore che voleva conservare per noi Padre Jacques, per la famiglia. Lo so bene che fa soffrire questo distacco, ma ci è dato come segno di fraternità e vogliamo prendere questa strada, con tutti, anche con i nostri fratelli musulmani».

Poi ha ringraziato la Comunità: «Se padre
Jacques diventa segno di fraternità universale, diventa un fratello universale, ringrazio la Comunità di Sant’Egidio, perché non solo è guardiana e custode di questo santuario, ma si è messa a servizio della fraternità universale tra i popoli». La fratellanza è stata il centro della riflessione di Lebrun. Un cammino, ha spiegato, ricordando la preghiera interreligiosa di Assisi, a cui quest’anno parteciperà Papa Francesco: «Questo cammino è già iniziato, da tempo, dal nostro beato Charles de Foucauld, a Papa Giovanni Paolo II ad Assisi nel 1986, per finire con la figura di Francesco: le religioni seguano questo cammino di fraternità».

Anche se sembra irrealizzabile: «Sarebbe
bello se come ha fatto Papa Francesco ieri mattina tutte le confessioni dicessero che ammazzare in nome di Dio è satanico». Insistere sullo spirito di fratellanza è stato l’ultimo messaggio di padre Hamel, nella lettera che scrisse ai suoi parrocchiani prima dell’estate, letta durante la preghiera di giovedì: «Possiamo noi in questi momenti ascoltare l’invito di Dio a prenderci cura di questo mondo, a farne, lì dove viviamo, un mondo più caloroso, più umano, più fraterno». Monsignor Lebrun è convinto, gli estremisti «non vinceranno. In fondo non hanno vinto contro padre Jacques. Noi siamo vivi qui, sul cammino della fraternità».

 

 

16 settembre 2016