Il ministro Costa: per la famiglia, misure «chiare e stabili»

Alle Letture teologiche, ha messo l’accento sul paradosso dei vantaggi fiscali per i separati. Vallini: per la coppia, «modello alto concepito da Dio»

Intervenuto in Vicariato alle Letture teologiche, ha messo l’accento sul paradosso dei vantaggi fiscali per i separati. Vallini: per la coppia, «modello alto concepito da Dio»

Il secondo appuntamento con il ciclo di “Letture teologiche” in corso presso il Vicariato di Roma, dedicato alla coppia, ieri sera, 19 gennaio, è stato per certi versi sorprendente. Il motivo? Il ministro con delega alla famiglia Enrico Costa, che ha candidamente confessato la sua sorpresa nell’aver scoperto che in Italia «c’è una situazione normativa che favorisce le persone separate rispetto a quelle sposate. Questo avviene per l’Imu, l’Irpef, in generale sul piano fiscale, per l’Isee. Al punto che secondo alcune stime il 7% delle separazioni è consigliato dal commercialista più che dal cuore». Il cosiddetto “Paese reale” queste cose le sa da tempo, per questo è sorprendente la sorpresa del ministro. Costa ha detto che «è un problema che va affrontato». Bene, è un passo avanti che però non deve restare una dichiarazione d’intenti. È quello che, a conclusione della serata, in modo molto elegante ha fatto notare il cardinale vicario Agostino Vallini nel ringraziare il ministro per il suo «discorso onesto. Ha fatto un invito ad affrontare i problemi ma abbiamo la sensazione che fino ad ora la famiglia non sia stata avvertita come priorità. Quando la gente va ad elemosinare, quando alla Caritas vanno a dormire uomini separati che hanno perso tutto, allora credo, anche alla luce del dettato costituzionale che considera la centralità della famiglia, che c’è da chiedersi dove andiamo». Per questo il cardinale ha chiesto a Costa che «si batta in modo forte e coraggioso, sapendo di avere dietro tante persone».

Le considerazioni del ministro erano partite dalla constatazione della preoccupante denatalità. L’inverno demografico del nostro Paese è certificato dai dati Istat: dal milione di nati negli anni Sessanta si è scesi nel 2015 a 485.000. Le proiezioni di Eurostat prevedono che, al netto del flusso migratorio, con questo trend nel 2080 la popolazione italiana scenderà a 39 milioni di abitanti. L’età media in cui una donna partorisce per la prima volta sfiora ormai i 31 anni, contro i 24,7 del 1975. L’indice di nati per donna è 1,35 contro il 2 della laicissima Francia. E proprio con la collega transalpina si è confrontato il ministro Costa che ha affermato la necessità di «poche misure ma chiare e stabili, con elementi forti dal punto di vista fiscale».

La serata, nella cornice dell’Aula della Conciliazione, era iniziata con una spiegazione del secondo capitolo della Genesi da parte di don Gaetano Castello, che ha affermato, tra l’altro, come «non ha senso parlare di subordinazione della donna», plasmata dalla costola di Adamo. Il significato della narrazione biblica è che «uomo e donna, nella loro materialità, sono fatti della stessa pasta». E nella loro relazione «si completano» perché la donna è colei che Dio crea per colmare la solitudine dell’uomo, è «l’aiuto che gli sta davanti», in un rapporto «fondamentale che rende possibile la vita». E a questo ha fatto ancora riferimento il cardinale Vallini affermando che «non rinunciamo a guardare a questo modello alto concepito da Dio» per la famiglia.

Preziosa, infine, la testimonianza di «una coppia come migliaia di altre» (così si sono definiti): la professoressa Mariagrazia Russo e Stefano Maria Paci, noto volto televisivo per essere il vaticanista di Sky. Una coppia che ha raccontato la sua esperienza di vita quotidiana, tanto diversa dalla «perfezione» dei modelli proposti dalle pubblicità. «Siamo consapevoli della nostra imperfezione, ma quanto è bella questa perfetta imperfezione», ha detto Russo, rivelando di non avere ricette per l’armonia familiare ma «un solo ingrediente: ci siamo affidati alla Madonna, da soli non ce l’avremmo fatta. Questa è stata la nostra astuzia». Una vita di coppia, «quella reale» che, come ha concluso Paci, «è molto, molto più bella di quella della pubblicità».

20 gennaio 2017