A Pupi Avati il Premio Bresson 2020
Il riconoscimento assegnato nell’ambito della 77ª Mostra del cinema di Venezia da Fondazione Ente dello spettacolo e Rivista del Cinematografo
È andato al regista Pupi Avati il 21° Premio Bresson 2020, assegnato ieri, 9 settembre, nell’ambito della 77ª edizione della Mostra internazionale d’Arte cinematografica di Venezia da Fondazione Ente dello spettacolo e Rivista del Cinematografo, con il patrocinio del Pontificio Consiglio della cultura e del dicastero per la Comunicazione della Santa Sede. A consegnare il premio, disegnato e donato dall’orafo Giovanni Raspini, monsignor Davide Milani, presidente della Fondazione Ente dello spettacolo. «È un premio per andare oltre ciò che ci imprigiona e a partire da ciò che ci imprigiona, per volare verso il senso – ha spiegato – nella forma di una scultura in argento che rappresenta una gabbia da cui si stagliano delle ali . Il suo significato è ben preciso: invita ad andare oltre ciò che ci affatica. Verso la grazia, che deriva dalla realtà che viviamo e non è un assoluto sciolto dalla contingenza».
La cerimonia di consegna del Premio – alla presenza di Roberto Cicutto, presidente della Biennale di Venezia – è stata introdotta dal direttore artistico della Mostra di Venezia Alberto Barbera, che si è soffermato sui «tantissimi meriti» di Pupi Avati. «Partendo dalla provincia – ha ricordato – è riuscito a conquistarsi una posizione di prestigio nel cinema italiano, dando vita una società di produzione con cui ha tutelato la sua creatività. Pupi è un grandissimo narratore di storie che rimarranno: gli spettatori di domani scopriranno qualcosa di questo Paese grazie ai suoi film»
«Mi sento un essere speciale – il commento del regista -: ero un venditore di surgelati e avevo sposato la ragazza più bella di Bologna, ma quando ho visto” 8 ½” di Federico Fellini mi sono convinto a prendere la strada del cinema. Aver convinto, all’epoca, i miei amici del Bar Margherita a vedere il film è il capolavoro della mia vita». Quindi, intervistato dalla giornalista Tiziana Ferrario, ha raccontato gli «incontri speciali» che hanno attraversato la sua vita: da Mario Monicelli a Pier Paolo Pasolini, a Mariangela Melato.
10 settembre 2020