Attentato a Tel Aviv, Gattegna: «Attacco alla democrazia»

Il presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane interviene all’indomani degli spari in un centro commerciale: 4 i morti. «Nessuno taccia»

Si sono vestiti con cura: giacca e cravatta, inizialmente scambiati per abiti da ebreo ortodosso. Si sono mescolati alla folla, nel mercato di Sarona, il più grande centro commerciale nel cuore di Tel Aviv. Quindi, mitragliette alla mano, alle 21.30 di mercoledì 8 giugno, hanno aperto il fuoco. Per uccidere, e per spingere Israele a reagire, in una fase delicata in cui Gerusalemme guarda da vicino al conflitto in Siria, ha rapporti con alcune brigate ribelli, e ogni tanto interviene con azioni mirate. Quattro i morti, alla fine dell’attacco, che ricorda le operazione dell’Isis ma è acclamato su Twitter da Hamas, riferiscono i media locali: «Gloria e saluti agli autori della sparatoria al mercato di Sarona». Almeno 5 i feriti, di cui alcuni in modo grave. Tra loro anche uno dei due attentatori: due cugini palestinesi di 20 anni, arrivati da Atta, un villaggio nei pressi di Hebron, in Cisgiordania. L’altro è stato arrestato. Esclusa la presenza di un terzo uomo.

Numerosi gli arresti compiuti nella notte dalle forze di sicurezza, e numerose anche le perquisizioni nel villaggio di Atta. Intanto, come conseguenza dell’attentato, il governo ha sospeso i permessi di ingresso a 83mila palestinesi nel mese di Ramadan, «in particolare per le visite di famiglie dalla Giudea-Samaria (Cisgiordania) in Israele», si legge in una nota dell’autorità di govenro dei Territori. Una decisione che colpirù anche altri 500 residenti di Gaza, che avevano ricevuto il permesso di fare visita ai parenti durante il Ramadan.

Dall’Italia, il presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche Renzo Gattegna chiede a gran voce: «L’attentato compiuto ieri sera da terroristi palestinesi a Tel Aviv non può e non deve passare nel silenzio di un’opinione pubblica troppo spesso distratta». L’attacco compiuto, dichiara, rappresenta «un nuovo terribile attacco alla democrazia, alla libertà, alla sicurezza, alla voglia di futuro. Valori che Israele condivide con l’Italia e con tutto il mondo progredito e che continuano a essere minacciati da chi alla cultura della vita contrappone una ideologia di violenza e di morte. Non ci possono essere mezze misure e mezze parole – prosegue il presidente Ucei – nella condanna di un’azione che sconvolge per la ferocia. Nessuno taccia».

9 giugno 2016