Corridoi umanitari, a Fiumicino 54 profughi dal Libano

Saranno accolti da associazioni, parrocchie e comunità in diverse regioni italiane e subito avviati in un percorso d’integrazione. «Andiamo avanti insieme»

«È una gioia oggi. È la gioia di vedervi felici». Il presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo ha accolto all’aeroporto di Fiumicino i 54 profughi siriani arrivati dal Libano grazie ai corridoi umanitari promossi dalla Comunità insieme alla Federazione delle Chiese evangeliche in Italia e alla Tavola valdese, in accordo con i ministeri dell’Interno e degli Esteri. Arrivati nella mattinata di ieri, 28 marzo, come le oltre 2mila persone arrivate finora in Italia – circa 1.500 proprio dal Libano – saranno accolti da associazioni, parrocchie e comunità in diverse regioni italiane e subito avviati in un percorso d’integrazione attraverso l’apprendimento della lingua per gli adulti, la scuola per i minori e l’inserimento lavorativo, una volta ottenuto lo status di rifugiato.

«Conosco i campi profughi in Libano – le parole di Impagliazzo -. Sono luoghi tristi e poveri. Non c’è niente. Abbiamo visto le immagini delle città siriane distrutte dalla guerra. Qui troverete tutto un altro mondo. Vi chiediamo di essere anche voi protagonisti del mondo migliore di domani in Italia. Noi vi accogliamo. Siete nostri fratelli e sorelle. Andiamo avanti insieme. Benvenuti». Accanto al presidente di Sant’Egidio anche sei mediatori culturali, arrivati anche loro in Italia con i corridoi umanitari, oggi impegnati in un lavoro di mediazione linguistica e culturale con i nuovi arrivati. La testimonianza più efficace del fatto che il progetto dei corridoi avviato nel 2016 è ormai collaudato e ben funzionante.

Molti i ricongiungimenti familiari. Nawar, 21 anni, studente di medicina a Novara, in Italia da un anno e mezzo, con un mazzo di fiori in mano e le lacrime agli occhi ha accolto la sua famiglia, in arrivo da Alqaryateen, vicino a Homs. Randa, anche lei originaria di Homs, insieme a suo marito ha riabbracciato il fratello, arrivato con la moglie incinta. Tra i nuovi arrivati c’è anche Alf, proveniente da un campo profughi nel nord del Libano. All’età di 14 anni viene arrestato e torturato per 9 mesi. Oggi ha 20 anni e vuole fare il regista. Ci sono bambini affetti da gravi patologie, fra cui un cardiopatico, che ha viaggiato con l’ossigeno accompagnato dal medico di MH Luciano Griso. Il piccolo ha 4 anni ed è con mamma, papà e 4 fratellini. Vivevano vicino a Beirut, in montagna. Andrà al Gaslini di Genova per le cure.

Il vice ministro degli Affari esteri Emanuela Del Re non ha nascosto la sua commozione. «Sapere che vi possiamo dare una casa è per noi un grande orgoglio – ha affermato -. E ancora di più è un grande orgoglio vedere tanti bambini a cui poter dare un futuro. Questa è un’Italia che accoglie, che abbraccia, che vuole stare con voi ed essere vostra amica». Del Re ha anche dichiarato di sostenere «fortemente» i corridoi umanitari perché «sono un modo bellissimo di far venire qui le persone nella sicurezza e con un progetto di vita». Anche il governo italiano ha intenzione di far diventare i corridoi umanitari «un progetto europeo, senza confini», perché «siamo consapevoli delle nostre condizioni ed essere consapevoli ci rende responsabili nell’aiutarvi. Speriamo – la conclusione – che l’Italia diventi la casa del vostro futuro».

29 marzo 2019