Corviale aspetta il Papa con l’ansia del riscatto

Domenica 15 aprile Francesco visita la parrocchia di San Paolo della Croce, di fronte al Serpentone. Il parroco don Cassano: servono lavori ma non è un posto da evitare L’impegno per i più deboli

Il Serpentone. Così a Roma è conosciuto il “Nuovo Corviale”, divenuto famoso in Italia anche grazie ad alcune pellicole cinematografiche. Due palazzi uno di fronte all’altro uniti da un ponte che ne fa un unico edificio di nove piani, lungo un chilometro, che racchiude dentro di sé un intero quartiere nella periferia ovest della Capitale. In 1.200 appartamenti vivono più di seimila persone, soprattutto anziani.

Considerato da molti un quartiere dormitorio, Corviale cerca il riscatto sociale e vuole togliersi di dosso l’etichetta di zona degradata e pericolosa. Papa Francesco, che in numerose occasioni ha ribadito l’urgenza di avere una “Chiesa in uscita”, domenica 15 aprile, alle ore 16, si recherà nella parrocchia San Paolo della Croce, che si trova proprio di fronte al Serpentone. Al suo arrivo in via Poggio Verde, incontrerà prima i bambini del catechismo, poi gli anziani, gli ammalati e i poveri. Alle 18 presiederà la Messa.

Bergoglio ha accolto l’invito rivolto dal parroco, don Roberto Cassano. Nel novembre scorso il sacerdote ha incontrato il pontefice in occasione di una Messa a Santa Marta e gli ha parlato del quartiere. «Mi ha detto che conosceva la situazione – racconta don Roberto – e che gli avrebbe fatto piacere venire a trovarci. Mai mi sarei aspettato che sarebbe venuto dopo soli cinque mesi. Siamo tutti molto felici ed emozionati». Sottolinea subito che Corviale è ben diverso da come viene descritto. «Non è un posto dal quale stare alla larga, non c’è più la delinquenza degli anni ’80 e ’90 – spiega il parroco -, da questo punto di vista la zona è stata riqualificata. Purtroppo viene dipinto come un luogo di cui avere paura e molte famiglie preferiscono frequentare altre parrocchie. In primavera e in estate si passeggia tranquillamente fino a tarda sera. Qui vivono tante persone per bene. La situazione è drammatica dal punto di vista strutturale. Il Serpentone avrebbe bisogno di importanti interventi di ristrutturazione e ci auguriamo tutti che i lavori inizino presto».

Francesca, mamma di due bambini e responsabile dell’oratorio, lavora proprio nel Serpentone dove «la gente è attiva sia dal punto di vista culturale che sociale». Di fronte al “Nuovo Corviale” c’è anche la biblioteca comunale che, in un’area di 800 metri quadri, racchiude 13mila volumi e un nutrito catalogo di dvd e cd. Inoltre varie associazioni e cooperative organizzano tanti eventi che coinvolgono la gente del quartiere. «I problemi ci sono – prosegue Francesca -, le persone anziane che vivono ai piani alti hanno difficoltà ad uscire di casa perché spesso gli ascensori sono fuori servizio, ma il quartiere è vivo e non vuole questa separazione netta con il resto della città. Auspichiamo che i lavori di riqualificazione portino miglioramenti anche architettonici».

Il territorio risente inoltre dell’assenza di giovani. Come spiega don Roberto, terminati gli studi molti si trasferiscono in altre zone della città. I bambini e i ragazzi che frequentano l’oratorio sono pochi ma il sacerdote non si perde d’animo. «L’oratorio è importante per la crescita di un adolescente – prosegue -, anche se ci fosse un solo bambino varrebbe la pena tenerlo aperto». Per Francesca «forse si è persa la cultura di giocare insieme e comunque molti ragazzi non sfruttano le potenzialità offerte dal quartiere. Le famiglie che frequentano la parrocchia da oltre 30 anni sono rimaste lo zoccolo duro della comunità». Comunità presente accanto agli anziani, ai malati e ad alcune famiglie con gravi problemi economici. Un centinaio quelle assistite, oltre 300 persone, grazie anche al supporto dell’ordine dei Cavalieri di Malta. Una volta al mese viene distribuito un pacco viveri e quando è possibile si interviene anche per il pagamento delle utenze.

«Purtroppo non possiamo fare di più anche se lo desidereremmo – afferma il parroco -. Le offerte delle Messe non sono sufficienti e la diocesi ci dà un grande sostegno. Fortunatamente ci sono tantissimi volontari che mi aiutano anche per svolgere lavori in parrocchia».

10 aprile 2018