Risuona la voce degli ultimi del mondo nell’appello finale consegnato ieri, 17 settembre, dai leader delle religioni riuniti a Madrid per l’incontro internazionale promosso dalla Comunità di Sant’Egidio nello “spirito di Assisi”, dedicato al tema “Pace senza confini”. E proprio l’invito a uscire dai recinti, da «frontiere che diventano prigioni e barriere», per riscoprire il mondo come «casa comune» è il filo conduttore che ha scandito i tre giorni di lavoro, articolati in 27 panel differenti, fino alla cerimonia finale, in una piazza dell’Almudena affollata da migliaia di partecipanti.

Nella parole dei leader delle religioni, dunque, spazio «al lamento silenzioso e al grido di chi è lasciato fuori dal benessere, come se non fosse un uomo o una donna come noi», e soprattutto di chi è vittima delle troppe guerre ancora in corso. Da Madrid si è levato anche un forte “no” all’estremismo religioso e alla tentazione antica di credere che i grandi problemi possano essere risolti da soli. «Siamo preoccupati per le future generazioni – recita il testo dell’appello – perché vediamo consumarsi l’unico pianeta di tutti, come se fosse solo di alcuni. Perché vediamo riaffacciarsi il culto della forza e le contrapposizioni nazionalistiche, che hanno creato grandi distruzioni nella storia. Perché il terrorismo non cessa di colpire gente inerme. Perché sembra indebolito il sogno di pace», 30 anni dopo la caduta del Muro di Berlino, che aveva dato tanta speranza al mondo.

Guerre e pace, epidemie, sicurezza e sicurezza informatica, spostamenti di popolazioni, sostenibilità del pianeta e riscaldamento globale, fine del rischio nucleare e riduzione delle disuguaglianze. Temi ed emergenze all’attenzione dei leader religiosi mondiali, che hanno una portata «ben più vasta di una sola nazione». Ma c’è anche una richiesta precisa che arriva dalle giornate dell’incontro internazionale: «Chiediamo a tutti, ai responsabili politici, ai più ricchi del mondo, agli uomini e alle donne di buona volontà, di fornire le risorse per evitare che milioni di bambini muoiano ogni anno senza cura e per mandare a scuola i milioni di bambini che non possono andarci. Non nascondiamoci dietro un muro di indifferenza».

Il cardinale arcivescovo di Madrid Carlos Osoro Sierra, che ha promosso insieme a Sant’Egidio l’incontro, ha parlato di giorni «in cui siamo stati incoraggiati a non essere isole, a non seminare pregiudizi ma la pace, perché l’umanità porta inscritta in sé la vocazione della fraternità». Soprattutto in questo «tempo migrante», come lo ha definito il messicano padre Alejandro Solalinde – minacciato più volte dai narcotrafficanti -, nel quale c’è comunque chi cerca di ripristinare confini ed erigere barriere. Eppure, ha avvertito il presidente di Sant’Egidio Marco Impagliazzo, «il cielo è uno solo» e ad esso tutti si rivolgono, «nella disperazione come nella gioia, dai precari rifugi sotto le bombe in Siria come nel culto delle chiese, delle sinagoghe, delle moschee, dei templi».

Tra le preoccupazioni comuni alle diverse religioni anche la difesa dell’ambiente. «Oggi – le parole di Impagliazzo – manifestiamo la nostra solidarietà con i popoli dell’Amazzonia. L’aria che respiriamo non conosce dogane: è la stessa per tutti. Proprio i giovani per primi l’hanno compreso e si mobilitano in ogni parte del mondo con generosità per un pianeta vivibile. E tanti giovani hanno partecipato a questo incontro a Madrid». Al termine della conferenza finale poi la convocazione del prossimo incontro internazionale di preghiera per la pace nello “spirito di Assisi”: a Roma nel 2020.

18 settembre 2019