È morto don Giuseppe Sorani, si salvò dal rastrellamento del ’43

È stato un protagonista del dialogo ebreo-cristiano e dell’ecumenismo post-conciliare. Era sacerdote religioso dei Figli della Divina Provvidenza di don Orione

È morto al Centro don Orione, poco prima della mezzanotte tra il 19 e il 20 settembre, don Giuseppe Sorani. Sacerdote religioso dei Figli della Divina Provvidenza, era di famiglia ebrea. La sua storia è stata fortemente segnata dagli avvenimenti del periodo delle leggi razziali e della persecuzione del ’43. Quando aveva 14 anni, fu accolto e salvato assieme al fratello Giovanni nella casa orionina di Via Induno a Trastevere. Il 29 giugno 1945 ricevette il battesimo e poi si avviò alla consacrazione come religioso e sacerdote orionino. Amava ripetere: «Ho passato il mio primo ventennio di vita come ebreo, il secondo come cristiano, il terzo – dopo il Concilio Vaticano II – come ebreo cristiano».

È stato uno dei protagonisti del dialogo ebraico-cristiano e dell’ecumenismo post-conciliare. Per molti anni ha offerto il suo contributo nel Sae (Segretariato Attività Ecumeniche), è stato animatore dell’Amicizia ebraico-cristiana, membro della Commissione diocesana di Roma per l’ecumenismo e il dialogo. Dopo un rapido periodo di declino, don Sorani si è spento all’età di 88 anni di età, 68 di professione religiosa e 60 di sacerdozio. Era nato a Roma, il 29 dicembre 1929. La Salma può essere visitata nella Cappella dell’Istituto Mutilatini di Via della Camilluccia 112. La Messa di commiato sarà celebrata nella Parrocchia Mater Dei alle ore 11 di venerdì 21 settembre.

 

20 settembre 2018