Guerra in Ucraina: la Russia chiude il rubinetto del gas

Sospese le forniture a Bulgaria e Polonia. Possibile stop anche verso altri Paesi. Il presidente ucraino Zelensky: Putin vuole «smembrare l’Europa». Il segretario generale Onu Guterres a Mosca: «Sono venuto come messaggero di pace». Mattarella a Strasburgo

Mentre sale la tensione tra la Nato e Mosca e gli scontri in Transnistria fanno temere un allargamento della guerra oltre i confini dell’Ucraina, la Russia, dopo aver sospeso completamente la fornitura di gas a Bulgaria e Polonia, minaccia di chiudere i rubinetti anche verso altri Paesi «se qualcuno rifiuta di pagare con il nuovo sistema», vale a dire in rubli. A dichiararlo è il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, citato da Interfax. Prima di lui il presidente della Duma Vyacheslav Volodin aveva affermato su Telegram che Mosca dovrebbe sospendere la fornitura di gas non solo a Bulgaria e Polonia ma anche ad altri Paesi ostili.

Gazprom ha annunciato di aver completamente sospeso le forniture di gas a Polonia e Bulgaria per effetto del mancato pagamento, alla fine della giornata di ieri, del gas in rubli: i flussi – è stato comunicato alle rispettive aziende – resteranno sospesi fino a quando i pagamenti in rubli non saranno ricevuti. Essendo Polonia e Bulgaria degli Stati di transito del gas verso Paesi terzi, Gazprom ha inoltre avvertito i due Paesi che in caso di prelievo non autorizzato di gas russo destinato a Paesi terzi, le forniture di transito verranno ridotte di un ammontare analogo. Al momento sarebbero quattro gli acquirenti europei che hanno già pagato in rubli il gas di Gazprom; 10 quelli che hanno aperto i conti presso Gazprombank necessari per assecondare la richiesta di Mosca di pagare in valuta locale.

Parla di «ricatto unilaterale» il premier bulgaro Kiril Petrov, riferisce il Guardian. «Non è accettabile», le sue parole. Nel suo videomessaggio notturno indirizzato alla nazione il presidente ucraino Volodymyr Zelensky da parte sua è tornato ad accusare il presidente russo Putin: «L’obiettivo finale della leadership russa non è solo quello di impadronirsi del territorio dell’Ucraina ma di smembrare l’intera Europa centrale e orientale e assestare un colpo globale alla democrazia», ha detto. Per la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, «l’annuncio di Gazprom di bloccare in modo unilaterale le consegne di gas ad alcuni Stati membri è un’altra provocazione del Cremlino. Lla nostra risposta – avverte – sarà immediata, unita e coordinata. Non ci sorprende che il Cremlino utilizzi i combustibili fossili per cercare di ricattarci, la Commissione europea si è preparata a questo in stretto coordinamento e solidarietà con gli Stati membri e i partner internazionali. Faremo in modo che la decisione di Gazprom abbia il minor impatto possibile sui consumatori dell’Ue», assicura.

Non si ferma intanto lo scontro armato sul terreno. Nella notte, secondo quanto riferiscono le amministrazioni regionali militari e civili in un rapporto sulla situazione in Ucraina citato da Ukrinform, sono stati bombardati con munizioni a grappolo il villaggio di Zaitseve e la comunità di Svitlodarsk, nella regione di Donetsk. Gli insediamenti di Marinka, Krasnohorivka, Vuhledar e Lyman sono stati continuamente bombardati con sistemi di artiglieria. Il capo dell’amministrazione militare regional, Pavlo Kyrylenko, secondo quanto riporta la Ukrainska Pravda, denuncia che le forze russe hanno bombardato due volte la città di Avdiivka, nel Donetsk, con munizioni al fosforo: la prima ieri sera, la seconda questa mattina, 27 aprile, nel centro della città. Ancora, le autorità regionali di Lugansk hanno denunciato che un raid russo oggi ha colpito l’ospedale di Severdonetsk, dove c’erano diversi pazienti, e una donna è morta, secondo quanto riferisce Ukrinform. «Nella regione sono rimasti solo due ospedali funzionanti, a Severdonetsk e Lysychansk – rende noto il governatore di Lugansk Serhiy Haidai -; oggi i russi hanno deliberatamente aperto il fuoco sull’ospedale di Severdonetsk. Sapevano che l’ospedale non era vuoto, c’erano pazienti e medici». Comunque «diversi piani dell’edificio sono stati danneggiati».

Da registrare, nelle ultime ore, anche l’attacco a un deposito di munizioni in Russia e il raid ucraino sull’isola dei Serpenti, dove si trovano i missili Stena-10 di Mosca. Dalla Gran Bretagna intanto il ministro degli Esteri Liz Truss ha espresso l’intenzione di spingere l’Occidente a un riarmo di fronte all’offensiva russa. Una posizione, questa, già espressa ieri in un vertice convocato dagli Stati Uniti con gli alleati. Immediata la reazione di Mosca, che ha minacciando attacchi e rappresaglie anche nei territori dei Paesi Nato. Nel frattempo anche il cancelliere tedesco Sholz ha annunciato l’invio a Kiev a cui di 50 carri armati di ultima generazione.

Falliti, nella sostanza, i colloqui di ieri, 26 aprile, tra il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres e i vertici russi. «Sono venuto come messaggero di pace – le parole di Guterres dopo l’incontro con il ministro degli Esteri Sergei Lavrov -. Il mio obiettivo e la mia agenda sono strettamente legati a salvare vite e ridurre la sofferenza. Ho avuto una discussione molto franca ed è chiaro che ci sono due posizioni diverse su quanto sta accadendo in Ucraina». Per la Federazione Russa si tratta di «un’operazione militare speciale, con gli obiettivi che erano stati annunciati». Per l’Onu, «in linea con le risoluzioni approvate dall’Assemblea generale, l’invasione russa dell’Ucraina è una violazione della sua integrità territoriale e contraria alla Carta delle Nazioni Unite». Il segretario delle Nazioni Unite ha ricordato le battaglie in corso in Donbass, chiedendo con urgenza «corridoi umanitari veramente sicuri ed efficaci» per evacuare i civili e fornire l’assistenza necessaria. Ha proposto l’istituzione di un Gruppo di contatto umanitario, «che riunisca la Federazione Russa, l’Ucraina e le Nazioni Unite, per cercare opportunità per l’apertura di corridoi sicuri, con cessazioni locali delle ostilità, e per garantire che siano effettivamente efficaci». Quindi ha parlato di Mariupol, dove «migliaia di civili hanno un disperato bisogno di assistenza umanitaria salvavita», proponendo «un lavoro coordinato delle Nazioni Unite, del Comitato internazionale della Croce Rossa e delle forze della Federazione ucraina e russa per consentire l’evacuazione in sicurezza di quei civili che vogliono partire, sia all’interno dello stabilimento Azovstal che in città, in qualsiasi direzione preferissero e per fornire gli aiuti umanitari richiesti».

Dopo l’incontro con Lavrov, Guterres ha parlato per un’ora anche con il presidente russo Vladimir Putin, che, all’ennesima richiesta di un cessate il fuoco, ha risposto che non ci sarà pace finché Crimea e Donbass non torneranno alla Russia. E di pace ha parlato anche questa mattina, 27 aprile, il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella, intervenendo nell’emiciclo del Consiglio d’Europa a Strasburgo. «La guerra è un mostro vorace, mai sazio – ha detto -. La tentazione di moltiplicare i conflitti è sullo sfondo dell’avventura bellicista intrapresa da Mosca. La devastazione apportata alle regole della comunità internazionale potrebbe propagare i suoi effetti se non si riuscisse a fermare subito questa deriva. Dobbiamo saper opporre alla guerra la decisa volontà della pace. Diversamente ne saremo travolti».

27 aprile 2022