Il Papa con i giovani di Santa Bernadette Soubirous

Nuovo appuntamento della “Scuola di preghiera” in preparazione al Giubileo. Francesco ha risposto alle domande e ha lasciato un consiglio: «Rischiate per la vita»

La parrocchia di Santa Bernadette Soubirous, nel quartiere Colli Aniene. Si è svolta qui venerdì 24 maggio la seconda tappa della “Scuola di preghiera” in preparazione al Giubileo 2025: Papa Francesco, accompagnato dal pro-prefetto del dicastero per l’Evangelizzazione Rino Fisichella, ha incontrato, nel pomeriggio di venerdì 24 maggio, circa 80 ragazzi e giovani, rispondendo alle loro domande sulla vita di fede e sulla preghiera. La prima era stata l’11 aprile, con i bambini del catechismo della prima comunione della parrocchia di San Giovanni Maria Vianney.

A darne notizia, il dicastero per l’Evangelizzazione, che riferisce del «grande entusiasmo» con il quale il Papa, «arrivato a sorpresa nella comunità parrocchiale», è stato accolto dai giovani «riuniti per l’incontro settimanale». Tra loro, «molti catechisti, animatori dell’oratorio e scout, che gli hanno posto alcune domande», si legge nella nota diffusa al termine. Come quella di Tiziano, che ha chiesto al Papa come fare a capire la propria vocazione. «Ognuno di noi si deve fare questa domanda – ha risposto Papa Francesco – perché il Signore ha per ognuno di noi un disegno. Ognuno deve cercare di capire cosa vuole il Signore da noi, chiederglielo». Poi Bergoglio «ha raccontato la sua esperienza da ragazzo, da giovane lavoratore all’ingresso in seminario. “Chiedete al Signore nella preghiera: cosa vuoi da me?”», prosegue il comunicato. Il Papa poi si è soffermato sulla necessità dei giovani di non camminare mai soli e coltivare
l’amicizia. «A volte possiamo smarrirci nei labirinti della vita – ha detto -. La cosa principale per uscire da un momento buio è non camminare soli, perché da soli si perde l’orientamento. È importante parlare della propria situazione».

Ancora, a un ragazzo che ha confessato di non credere in Dio, il Papa ha ricordato l’importanza di mettersi in cammino: «Nessuno va condannato se non crede. È importante essere in cammino. Se vedo un giovane che non si muove, che sta lì seduto nella vita, che non gli piace muoversi, è brutto. Ma se vedo un giovane che cade nel tepore e si muove, tanto di cappello. Muoviti per un ideale». Poi, dialogando con una coppia di giovani sposi, ha sottolineato la preoccupazione per la denatalità in Italia e l’importanza della fecondità, «che è sempre un messaggio di grande speranza».

Da ultimo, il pontefice ha evidenziato che per essere credibile «la Chiesa deve spogliarsi di ogni mondanità. I valori della Chiesa – ha aggiunto – sono quelli del Vangelo, non quelli di una società che si dice cattolica». Quindi ha ringraziato tutti i presenti e ha fatto dono a ciascuno della Bolla d’Indizione del Giubileo, nella nuova edizione di Fisichella. «Grazie per la vostra testimonianza, sono molto contento della vostra autenticità, andate avanti così, siate autentici, cercando sempre la strada della vita», ha concluso, lasciando i giovani con un consiglio: «Rischiate per la vita, con ideali alti».

27 maggio 2024