Sono oltre 300 i bambini malnutriti trattai, dal mese do marzo, nel centro di nutrizione terapeutica di Medici senza frontiere a Qayyarah, 60 chilometri a sud di Mosul. La maggior parte ha meno di sei mesi. Sono i piccoli delle famiglie fuggite da Mosul ovest e da Shriqat, ancora controllate dallo Stato islamico, dove i combattimenti continui, informano gli operatori di Msf, «hanno un impatto devastante sulla popolazione civile, che ha sempre meno accesso a cibo, acqua, beni essenziali e assistenza medica e a cui sempre più spesso viene impedito di fuggire».

I bambini in particolare, secondo i medici, «sono piombati nella spirale della malnutrizione perché le madri non potevano allattarli al seno e il latte in polvere è difficile da reperire o troppo costoso, sia nelle aree controllate dallo Stato Islamico sia nei campi». Nel centro di nutrizione terapeutica, stracolmo al punto di ospitare tre pazienti per letto, «sono nutriti con latte terapeutico formulato in maniera specifica per aiutarli a tornare a un peso normale e ricevono cure per le infezioni collaterali che contraggono a causa del sistema immunitario indebolito».

A Mosul intanto la guerra per il controllo della città non si è ancora arrestata e combattimenti e bombardamenti continuano nella parte occidentale. In città e nei dintorni, Msf offre assistenza medica e chirurgica alle persone colpite dal conflitto, assiste le famiglie che sono riuscite a rifugiarsi nei campi, «dove vivono in condizioni del tutto precarie», e ha avviato anche un reparto di maternità aperto 24 ore al giorno che da marzo ha aiutato oltre 200 mamme a partorire. Diversi i progetti aperti nella zona di Mosul, dall’area più vicina ai combattimenti fino ai campi sfollati fuori città. A sud della città, l’ospedale di Hammam al-Alil è dotato di due sale operatorie e pronto soccorso, dove in tre mesi sono arrivati 2.689 pazienti. Oltre la metà erano donne e bambini.

16 giugno 2017