La marcia silenziosa in ricordo della deportazione degli ebrei di Roma

A Santa Maria in Trastevere «l’abbraccio a quanti la demagogia dell’odio ancora oggi indica come nemici». Il rabbino capo Di Segni: «Reagire con la vita, la vera testimonianza»

Cartelli che riportano i nomi dei campi di concentramento nazisti, striscioni che celebrano la bellezza della pace e, infine, tante candele accese per dire che “non c’è futuro senza memoria”. In almeno duemila si sono riuniti in piazza Santa Maria in Trastevere sabato 12 ottobre per la tradizionale marcia silenziosa in ricordo della deportazione degli ebrei di Roma, avvenuta il 16 ottobre 1943. Un “pellegrinaggio della memoria”, promosso dalla Comunità di Sant’Egidio insieme alla Comunità ebraica romana, che da 25 anni ripercorre, a ritroso, fino al Portico d’Ottavia il tragitto degli oltre mille ebrei, tra cui più di 200 bambini, che in quel “sabato nero” furono prelevati dalle loro case, condotti al Collegio militare a Trastevere, prima di essere imprigionati nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau. Di quelle persone solo 15 uomini e una donna, Settimia Spizzichino, fecero ritorno a casa. Un momento tragico della vita della città il cui ricordo è reso ancora più urgente a seguito dell’attacco alla sinagoga di Halle, in Germania, in cui hanno perso la vita due innocenti, lo scorso 9 ottobre.

Marcia memoria deportazione degli ebrei romani, don Marco Gnavi, 12 ottobre 2019«Ignoranza, stereotipi, pregiudizio, mistificazione e incredibile capovolgimento della verità storica nutrono allora, come nei nostri tempi, ogni sentimento antisemita – ha dichiarato monsignor Marco Gnavi, parroco di Santa Maria in Trastevere oltre che assistente ecclesiale della Comunità di Sant’Egidio, all’apertura della marcia della memoria -. Stasera la nostra presenza in questa piazza protegge in un abbraccio tutti coloro che la demagogia dell’odio indica come nemici». Una manifestazione che, oggi più che mai, intende non solo mantenere vivo il ricordo di quel giorno drammatico ma anche consegnare un messaggio di solidarietà e vicinanza a quanti sono ancora vittime della violenza razziale. «La memoria della Shoah non è servita per evitare altre tragedie né per annientare l’odio che l’aveva resa così forte prima», ha affermato alla fine del corteo Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica di Roma, denunciando la propaganda e le azioni di intolleranza che si diffondono in rete. Per Riccardo Di Segni, rabbino capo degli ebrei della Capitale, «reagire con la vita rimane quindi la vera testimonianza da dare» di fronte al terrorismo antisemita che torna a minacciare e a insanguinare l’Europa.

Marcia memoria deportazione degli ebrei romani, Sant'Egidio e Comunità ebraica, 12 ottobre 2019Una deriva a cui è possibile opporsi con forza pacifica, anche grazie all’amicizia che riunisce ogni anno a Roma cittadini di ogni età, credo religioso e provenienza. «Non si può vivere gli uni accanto agli altri senza l’amicizia», ha commentato Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, aggiungendo che è proprio questo legame che «rende la città più umana». Mettersi in ascolto di un passato doloroso pensando al futuro e non minimizzando l’odio razziale: è il messaggio del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. Pietre d’inciampo danneggiate, cori da stadio e altre forme di razzismo sono «nuovi strumenti di contagio con cui il mostro della discriminazione si sta riaffacciando», ha detto il governatore, sottolineando che «tutto questo ci impone di non deviare la rotta dall’orizzonte di pace e democrazia». Tra le autorità istituzionali presenti anche il sindaco di Roma Virginia Raggi, che ha rimarcato la centralità di una testimonianza che parta direttamente dai giovani: sono oltre 90 gli studenti dei licei romani che quest’anno prendono parte con Roma Capitale ai viaggi della memoria nei campi di sterminio.

Marcia memoria deportazione degli ebrei romani, Nicola Zingaretti, Ambrogio Spreafico, 12 ottobre 2019«Stare insieme»: è questo il più grande impegno in favore della pace che interpella ciascuno. «Camminare uniti aiuta a costruire una strada dove si possa andare con il passo dell’altro», le parole del vescovo Ambrogio Spreafico, presidente della Commissione Cei per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, chiamato a tirare le fila della manifestazione. In questi tempi difficili «noi per primi siamo chiamati a cambiare – ha proseguito il presule -, vigilando con uno sguardo che non è ripiegato dalla paura e che sa penetrare il buio perché guarda gli occhi e il cuore degli altri».

Marcia memoria deportazione degli ebrei romani, Sant'Egidio e Comunità ebraica, piazza Santa Maria in Trastevere, 12 ottobre 2019 Marcia memoria deportazione degli ebrei romani, Sant'Egidio e Comunità ebraica, 12 ottobre 2019 Marcia memoria deportazione degli ebrei romani, Nicola Zingaretti, Ruth Dureghello, don Marco Gnavi, 12 ottobre 2019 Marcia memoria deportazione degli ebrei romani, 12 ottobre 2019

 

 

 

 

 

14 ottobre 2019