La scuola dopo l’emergenza
Il XXIII Rapporto sulla scuola cattolica in Italia, a cura del Centro studi della Cei. Il ministro Bianchi: «L’istruzione, valore portante per una società equa e solidale»
“Fare scuola dopo l’emergenza”: questo il titolo del XXIII Rapporto sulla scuola cattolica in Italia, redatto a cura del Centro studi per la scuola cattolica della Cei, presentato ieri, 16 dicembre, dal segretario generale della Conferenza dei vescovi Stefano Russo nell’aula Aldo Moro del ministero dell’Istruzione. Un volume che raccoglie contributi di riflessione e buone pratiche messe in campo durante l’anno scolastico 2020/21 nelle scuole cattoliche paritarie dell’infanzia, primarie, secondarie di primo e di secondo grado e nei centri di formazione professionale di ispirazione cristiana. Come ogni anno, inoltre, sono stati diffusi i dati numerici sulla presenza della scuola cattolica in Italia, elaborati su fonti del ministero dell’Istruzione: una realtà che, nel suo complesso, conta 7.859 scuole frequentate da 544.779 alunni.
A presentare i principali dati del Rapporto è stato il coordinatore scientifico del Centro studi per la scuola cattolica Sergio Cicatelli. Con lui sono intervenuti anche Stefano Versari, capo dipartimento per il Sistema educativo di istruzione e formazione, ed Ernesto Diaco, direttore dell’Ufficio nazionale per l’educazione, la scuola e l’università della Conferenza episcopale italiana. Quindi, spazio all’intervento del ministro Patrizio Bianchi, che ha sottolineato l’aspetto fondamentale del «condividere, discutere e insieme trovare nuove soluzioni per una scuola che, nonostante le difficoltà, ha già intrapreso il cammino del cambiamento. Il lavoro di ricerca, di raccolta e di riflessione che il Centro studi per la scuola cattolica ha realizzato con il rapporto “Fare scuola dopo l’emergenza” – ha aggiunto – rappresenta uno strumento prezioso per tutta la comunità educante, e ci ricorda che l’istruzione non va mai considerata come un elemento individuale ma è uno di quei valori portanti per una società equa e solidale. Dobbiamo lavorare, tutti insieme, affinché tutte le bambine e tutti i bambini abbiano le stesse opportunità di istruzione – l’esortazione del ministro -. Non fermiamoci, mai, e guardiamo avanti con fiducia, consapevoli che il nostro lavoro è alla base della nostra democrazia».
Delle strategie educative e organizzative messe in campo dalle scuole cattoliche nell’emergenza sanitaria ha parlato monsignor Russo, sottolineando che «la scuola cattolica ha fatto tesoro dell’esperienza pandemica, si è attrezzata per affrontare situazioni di emergenza, potendo contare anche su quel “supplemento d’anima” che la caratterizza da sempre». Per il segretario generale Cei, «non è solo l’attrezzatura tecnologica a poter salvare la scuola, nelle situazioni di emergenza come nell’ordinaria amministrazione. La grande domanda di relazione, di contatto, di vicinanza deve essere soddisfatta con una coerente riscoperta della centralità della persona umana nella relazione educativa e con la ricostruzione della prassi scolastica a partire da questi valori fondamentali».
Nelle parole di Russo anche il riconoscimento al ministro Bianchi per «essersi impegnato strenuamente, con tutto il governo, per far ripartire questo anno scolastico con modalità che garantissero (nei limiti del possibile) lo svolgimento dell’attività didattica in presenza, il benessere e la sicurezza di tutti. Non era facile ma era doveroso. Questo sforzo – ha osservato – testimonia quanto sia essenziale la qualità del sistema educativo davanti alle sfide epocali, sociali e culturali, che il Paese deve affrontare insieme». Una strada, questa, sulla quale le scuole cattoliche «sono da tempo (già da prima della pandemia) impegnate, con competenza e passione educativa. Mi auguro che il loro servizio al bene comune sia sempre più qualificato e riconosciuto pubblicamente, e che i loro esempi migliori possano essere considerati patrimonio dell’intero sistema educativo di istruzione e formazione», l’auspicio espresso a nome della Conferenza dei vescovi italiani.
17 dicembre 2021