«Le priorità per la Giunta Zingaretti»

Le rischieste e le proposte alla politica di Unioncamere, Unindustria e della Cisl: sanità, lavoro e infrastrutture. L'autostrada Roma-Latina "opera delle opere", i cittadini «hanno percezione di una sanità che non funziona»

È di giovedì scorso l’incontro in Campidoglio tra Virginia Raggi e il riconfermato presidente della Regione Nicola Zingaretti. Sorrisi e strette di mano all’ombra del Marco Aurelio. Si ricomincia dalla distensione, dalle prove di dialogo, da una «convergenza vera e profonda su obiettivi che per essere raggiunti – sono le parole del governatore – hanno bisogno di un’efficace collaborazione». Economia, lavoro, trasporti, sanità; è alla Pisana, però, che Zingaretti dovrà trovare la quadratura del cerchio. La strada per la formazione della nuova giunta è stretta, i numeri minacciano l’ingovernabilità.

Uno scenario politico per niente roseo per un’economia che in questi ultimi anni ha provato a risollevarsi: «Nel 2017 il Lazio è uscito dal tunnel. Ci sono 72mila imprese e 200mila occupati in più rispetto al momento più critico della crisi», nota Lorenzo Tagliavanti, presidente di Unioncamere Lazio. In assenza di certezze, «l’imprenditore sarà più timido a investire e ad assumere personale perché non sa in che contesto lavorerà nel medio lungo periodo». I cittadini «hanno già fatto molto, la politica può fare molto di più. Dal nuovo governo regionale ci aspettiamo una maggiore attenzione per le imprese innovative. Bisogna attrarle, incrementare lo sviluppo della banda larga, tutelare le imprese femminili (a Roma aumentate nel 2017 di 1.829 unità) e quelle con titolare straniero (nel Lazio sono 77mila, quasi il 10% del totale)», mentre in campagna elettorale si è parlato molto poco di donne e molto male di stranieri.

Tagliavanti è convinto che nel Lazio «scuola e lavoro sono stati gli elementi più importanti di integrazione»; dai quali la politica può ripartire una volta terminata la stagione della propaganda. «Zingaretti è un uomo di dialogo – conclude Tagliavanti –, saprà lavorare adeguatamente per centrare gli obiettivi». Tra questi, imprescindibile per Unindustria, lo sviluppo di un territorio sempre più connesso. «L’autostrada Roma–Latina è l’“opera delle opere” – sottolinea il presidente Filippo Tortoriello – che permetterà di unire da Nord a Sud la Regione». E poi c’è la Orte–Civitavecchia, «per realizzare la connessione tra l’interporto di Orte e il porto di Civitavecchia e favorire il collegamento tra il Tirreno e l’Adriatico».

Il capo degli industriali di Roma, Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo pensa anche alle infrastrutture ferroviarie: «Il potenziamento tecnologico del nodo di Roma, l’adeguamento degli standard previsti per le metropolitane Roma–Lido e il potenziamento dell’aeroporto di Fiumicino», a cominciare dal miglioramento della stazione ferroviaria e proseguendo con la realizzazione della quarta pista, «non più derogabile visto l’aumento della domanda attuale e le sue prospettive di crescita». A livello nazionale, la carenza di infrastrutture materiali, fa notare Tortoriello, «determina un danno economico, non solo per l’industria, che va dai 30 ai 35 miliardi l’anno». Infine, gli industriali chiedono alla Regione di farsi promotrice di un «tavolo permanente che abbia come obiettivo quello della riorganizzazione dell’assetto istituzionale per riportare efficienza nella Pubblica amministrazione». Un criterio ancora ben lontano per quel che riguarda la sanità regionale.

«Nonostante un piano di rientro efficace»,
grazie al quale il disavanzo è sceso a 136milioni di euro nel 2016 (dopo 10 anni) e a 58milioni nel 2017, per arrivare a un pareggio quest’anno, «i cittadini della regione hanno la percezione di una sanità che non funziona». Per il segretario Cisl Lazio, Paolo Terrinoni, lo scenario è caratterizzato da «liste d’attesa infinite, pronto soccorso strapieni, eccessiva burocratizzazione, assistenza domiciliare ancora insufficiente». Dopo il risanamento dei conti, «la vera sfida che attende la politica e il sindacato è quella di giungere ad una sanità vicina al cittadino, attraverso una rete diffusa di servizi territoriali e di una sanità di prossimità che integri la rete ospedaliera da riorganizzare in nuove reti».

Con l’uscita della fase commissariale, «la sanità ritorna ad essere materia di competenza della politica» e di fatto non sarà più soggetto al controllo da parte del tavolo tecnico del Governo. «Per questo come Cisl – conclude Terrinoni – vigileremo e monitoreremo costantemente le decisioni e le misure che verranno adottate affinché la domanda di salute dei cittadini, delle famiglie, dei pensionati, delle fasce più deboli, venga accolta con tempestività ed efficacia».

 

19 marzo 2018