L’eredità di Giovanni Paolo II, la famiglia via della Chiesa
Il convegno organizzato su Wojtyla dal Centro Europeo per il Turismo e la Cultura. Una lettera di Papa Francesco ricorda la “Familiaris consortio”
Il valore della famiglia come via per l’amore e via della Chiesa. All’avvicinarsi del centenario della nascita di san Giovanni Paolo II, nel maggio del 2020, un convegno – organizzato ieri, 30 ottobre, ai Musei Capitolini dal Centro Europeo per il Turismo e la Cultura – ne ha voluto ricordare la figura e gli insegnamenti sul tema della famiglia.
Ad introdurre l’evento, moderato dalla giornalista del Messaggero Franca Giansoldati, il presidente del Centro, Giuseppe Lepore. È stato poi l’arcivescovo Agostino Marchetto, già nunzio apostolico, storico del Concilio Vaticano II e amico di Giovanni Paolo II, a portare la sua personale esperienza sul Pontefice polacco e a leggere una lettera di Papa Francesco in occasione del convegno. «Nel corso della sua esistenza – ha scritto Francesco riferendosi al suo predecessore – egli ha incessantemente indicato alla Chiesa e alla società l’esigenza di tutelare e promuovere la famiglia e, come ebbe a dire nell’esortazione apostolica “Familiaris consortio”, l’avvenire dell’umanità passa attraverso la famiglia».
Anche l’arcivescovo Marchetto ha sottolineato la grande attenzione di Wojtyla per la famiglia, in particolare ricordando «le catechesi delle udienze generali dal ’79 al 1984 che contengono una vera e propria teologia del corpo e dell’amore». Per monsignor Marchetto «la sommità dell’insegnamento di Wojtyla» viene raggiunto con la concezione «della famiglia come comunione di persone, come Chiesa domestica e santuario di vita». Passando in rassegna i documenti dottrinali di Giovanni Paolo II e i suoi molti discorsi in merito, l’arcivescovo ha inoltre evidenziato che la famiglia, per Papa Wojtyla, «è stata sempre considerata come l’ambito privilegiato dove ogni persona impara a dare e ricevere amore». Una concezione che, più di ogni altra, «ha rappresentato qualcosa di veramente concreto, e non astratto, soprattutto per i giovani».
E proprio sui giovani si è soffermato il senatore Pier Ferdinando Casini, che ha inoltre ricordato la visita di Giovanni Paolo II a Montecitorio, accolto dal Parlamento in seduta comune nel novembre del 2002. «La grande pastorale che Wojtyla attuò con i giovani – ha affermato Casini – è la dimostrazione di come vedesse in loro il futuro del mondo e quindi anche della famiglia. Straordinari inoltre – ha sottolineato – sono stati i vari incontri internazionali delle famiglie». L’ex presidente della Camera ha poi citato l’omelia di Papa Francesco nella Messa di canonizzazione di Giovanni Paolo II. «In quell’occasione fu l’attuale pontefice a definirlo come il Papa della Famiglia. Un Papa – ha concluso Casini – che sapeva parlare non solo alla ragione, ma soprattutto alle coscienze degli uomini».
Dopo il racconto delle esperienze personali e politiche rispettivamente di Gian Maria Fara, presidente dell’Eurispes, e del senatore Luigi Zanda, il convegno si è concluso con l’intervento del cardinale Angelo Comastri, vicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano e arciprete della basilica di San Pietro già ai tempi di Wojtyla. «Il 1° aprile, l’ultimo giorno prima della sua morte – ha raccontato Comastri – incontrai Giovanni Paolo II mentre un sacerdote polacco leggeva per lui, che era allettato, il passo del Vangelo della morte di Gesù. Una cosa che mi colpì molto – ha sottolineato il cardinale – perché mi fece capire che davvero Giovanni Paolo II visse tutta la sua vita all’insegna e in coerenza con le Scritture e con gli insegnamenti del Signore, anche sui temi familiari, come il suo lunghissimo pontificato dimostra».
31 ottobre 2019