Si è spento nella sua casa in Vaticano ieri sera, 9 maggio, dopo una lunga malattia, Mario Agnes, firma storica del giornalismo italiano, fratello di Biagio, ex direttore generale della Rai, e docente di Storia del cristianesimo all’università di Cassino e alla Sapienza di Roma. Nato a Serino, in provincia di Avellino, il 6 dicembre 1931, nel 1973 era diventato presidente dell’Azione cattolica italiana, raccogliendo l’eredità di Vittorio Bachelet. In questo incarico, che ricoprì fino al 1980, favorì il ricostituirsi dell’associazione a partire dal nuovo Statuto, rinsaldando il legame con la Santa Sede e in particolare con Paolo VI. Dopo la bufera del ’68, iniziava un nuovo periodo di crescita per l’associazione, incentrato proprio sul suo carattere popolare, di cui Agnes era particolarmente convinto. Da storico, pubblicò anche uno studio su Giovanni Acquaderni, con l’obiettivo di reinterpretare lo spirito dei primi anni. Nel 1976 fu chiamato da Paolo VI alla presidenza della Nuova Editoriale Italiana, la società editrice di Avvenire, che mantenne fino al 1978, quando lo sostituì l’allora arcivescovo di Ravenna-Cervia Ersilio Tonini.

Dopo i due mandati alla presidenza dell’Ac, nel 1984 divenne direttore dell’Osservatore Romano, rimanendone alla guida per 23 anni, fino al 2007, quando Benedetto XVI in occasione del pensionamento lo ha nominato “direttore ad honorem” del quotidiano della Santa Sede. In continuità con il suo predecessore Valerio Volpini, mantenne alto il livello culturale della testata, arricchendola di una componente storica. A lui si deve la ripresa degli Acta Diurna, ogni sabato: una tradizione iniziata da Guido Gonnella durante il ventennio fascista, con l’obiettivo di dare lettura dell’attualità. Tra i collaboratori di quegli anni, Giorgio Rumi. A chiamarlo alla direzione del quotidiano era stato Giovanni Paolo II, al cui magistero Agnes dedicò lo studio in due volumi “Giovanni Paolo II. Le linee di un pontificato”, scritto con Michele Zappella e uscito nel 2014.

Da ultimo, di Mario Agnes va ricordato anche l’impegno politico che si tradusse nella breve esperienza di consigliere comunale nella Capitale, come indipendente della Dc. Nel 2006 gli è stato conferito il titolo di “Ambasciatore di Roma” per la sezione comunicazione.