Napoleone e il mito di Roma, la mostra ai Mercati Traianei
Nel bicentenario della scomparsa, esposte fino al 30 maggio oltre 100 tra sculture, dipinti e altro, articolate in tre macro sezioni. L’ultima dedicata ai rapporti con il papato
Nel bicentenario della scomparsa, i Mercati Traianei dedicano a Napoleone Bonaparte una mostra che, in tre macro sezioni, ne celebra la grandezza, l’amore per l’antica Roma e il mito, tramite più di 100 opere tra sculture, dipinti ed altro. Còrso di origine toscana che deluse le aspirazioni libertarie degli italiani, consegnandoli col trattato di Campoformio del 1797 agli austriaci, Napoleone seppe abilmente costruirsi il culto della personalità. Uomo dalle grandi ambizioni, comprese l’importanza dell’opinione pubblica, facendosi introdurre nei salotti della società parigina dalla prima moglie Giuseppina Beauharnais. Grazie alle campagne militari, che lo videro sfidare da solo l’Europa del tempo, divenne ben presto un eroe leggendario, la cui fama cominciò a declinare solo dopo la disfatta della campagna di Russia. Ma Napoleone, col suo ritorno trionfante in Francia dopo l’esilio nell’isola d’Elba, con le sue “Memorie” stese durante la prigionia nell’isola di Sant’Elena (uno studioso inglese, Peter Hicks, ha dichiarato che si tratterebbe di un falso storico), consegnò all’immortalità il ritratto di un moderno conquistatore idealizzato , soprattutto in epoca romantica, persino come un santo. Accezione che si evince nel dipinto di Gros “Il generale Bonaparte visita gli appestati di Jaffa”, presente in mostra attraverso l’incisione di Masson, proveniente dal museo di Ajaccio.
Paradossalmente, l’uomo che aveva contribuito alla diffusione dei principi liberali illuministi, si era autoproclamato, alla presenza di Papa Pio VII nella basilica di Notre Dame imperatore dei francesi, ispirandosi idealmente a Carlo Magno e al sacro Romano impero. Colui che aveva combattuto durante la rivoluzione francese per porre fino all’ assolutismo del monarca Luigi XVI e che con il codice civile aveva introdotto la Francia nell’era moderna, fini per instaurare un regime personale. Un eroe moderno, che s’ispirava ai grandi condottieri del passato, come ad esempio Giulio Cesare, di cui amava leggere gli scritti, prendendone a modello simboli come l’aquila, e insegne del potere, come l’alloro sul capo, così come lo ritrae François Gérard. Lo scopo era rafforzare la sua immagine fino alla divinizzazione, oltre che trasmettere messaggi di potere, buon governo, e successi militari. Nota era anche la sua ammirazione per Annibale, evocata con la copia moderna del cosiddetto “Annibale del Quirinale”, palazzo nel quale la famiglia Bonaparte non andò mai ad abitare, perché Napoleone non giunse mai a Roma.
Nell’Urbe il suo governo avrebbe voluto avviare una grande trasformazione, illustrata mediante un’istallazione nella “Grande Aula”. Fu oggetto di grande interesse la Colonna Traiana, che chiarisce la scelta del curatore dello spazio museale espositivo. Già fonte di ispirazione per molti artisti francesi, Napoleone inizialmente avrebbe voluto trasportarla in Francia ma, date le ingenti spese e le difficoltà oggettive, desistette. Per celebrare le sue imprese, ne fece realizzare la sua imitazione più celebre: la Colonna Vendôme a Parigi.
L’ultima sezione della mostra è dedicata ai rapporti, complessi, col papato e la religione. Ad essi è legata la politica napoleonica di spoliazione delle opere d’arte, che si concluse con un corteo trionfale dei capolavori razziati a Parigi tra il 27 il 28 luglio 1798. Grazie alle trattative diplomatiche di Antonio Canova per conto di Papa Pio VII, di cui realizzò un busto esposto, e del suo successore, capolavori come il “Laocoonte” e dipinti della pinacoteca dei Musei Vaticani e altri, furono restituiti, con la clausola che fossero fruibili in un museo aperto al grande pubblico, e non negli spazi di effettiva provenienza. Non potevano mancare poi richiami alla Campagna d’Egitto, impresa militare e culturale insieme, durante la quale l’archeologo Champollion decifrò la scrittura geroglifica.
“Napoleone e il mito di Roma”. Mercati di Traiano Museo dei Fori Imperiali. Fino al 30 maggio 2021. Curatori: Claudio Parisi Presicce, Massimiliano Munzi, Simone Pastor, Nicoletta Bernacchio. Orario: dal lunedì al venerdì ore 9.30-19.30 Giorni di chiusura: 1° maggio. Per informazioni: tel. 060608 (tutti i giorni ore 9 – 19)
12 marzo 2021