Ospedale di Al Shifa (Gaza): «Situazione grave, inumana»
A parlare è un chirurgo di Medici senza frontiere: «Non c’è elettricità, non c’è acqua. Non abbiamo più cibo». Fuori ci sono feriti ma «non possiamo farli entrare»
Arrivano direttamente dall’Ospedale di Al Shifa, a Gaza, intorno al quale si continua a combattere, le parole di uno dei chirurghi di Medici senza frontiere: «Non c’è elettricità, non c’è acqua. Non abbiamo più cibo. Le persone moriranno in poche ore senza un impianto di ventilazione funzionante», racconta, raggiunto al telefono dall’organizzazione. «Siamo chiusi qui dentro, nessuno sa veramente come viviamo qui. Non abbiamo una connessione internet, siete riusciti a chiamarmi ora, forse proverete 10 volte prima di riuscire a raggiungermi di nuovo», afferma.
Di fronte all’ingresso principale, riferisce, «ci sono molti cadaveri, anche pazienti feriti, ma non possiamo farli entrare in ospedale. Quando abbiamo provato a mandare l’ambulanza a prendere questi pazienti, il veicolo è stato attaccato. Ci sono feriti fuori dall’ospedale, cercano cure mediche, non possiamo curarli». E parla anche di un cecchino che «ha attaccato i pazienti: hanno ferite da arma da fuoco, ne abbiamo operati tre».
Nelle parole del medico, «la situazione è grave, è inumana. Noi medici dell’ospedale siamo pronti a lasciare l’ospedale solo se i pazienti saranno evacuati per primi – aggiunge -: non vogliamo lasciare i nostri pazienti. Ci sono 600 persone ricoverate, 37 sono bambini, qualcuno deve essere curato in terapia intensiva, non possiamo lasciarli soli». La richiesta è quella di avere garanzie per «un corridoio sicuro, perché abbiamo visto alcune persone in fuga da Al Shifa venire uccise dal cecchino».
14 novembre 2023