“Retake Roma”, i volontari anti degrado

Armati di spugna e vernice, divisi in gruppi, quartiere per quartiere, portano avanti la loro guerra dichiarata contro vandalismo e abbandono, richiamando al senso civico. E riprendendosi la loro città

Arrivano a gruppetti, indossano la loro pettorina blu, i guanti e poi, armati di spugne e pennelli, iniziano a pulire i muri di Roma. Sono i retaker, ovvero i volontari di Retake Roma, l’associazione no profit che unisce ragazzi di tutte le età per ripulire la città. Scritte sui muri (i tag), adesivi, sporcizia: dove passano loro tutto torna pulito. «Sono nato e cresciuto in questo quartiere – spiega Francesco, del gruppo di Centocelle – e ho sempre pensato di voler fare qualcosa per vederlo migliore. Questo è un modo concreto per dare un contributo».

A fondare Retake Roma è stata una docente di Diritto comparato all’università Roma Tre, Rebecca Spitzmiller, prendendo spunto dalla teoria della finestra rotta: in pratica, la presenza di finestre rotte in un palazzo vuoto genera altri atti di vandalismo. Pertanto, il degrado dell’ambiente non stimola le persone a rispettare quell’ambiente. Se quindi si è abituati a vedere sporcizia e spazzatura, si avranno meno ripensamenti a gettare a terra il proprio mozzicone di sigaretta, ad esempio. Teoria degli anni ’80 messa in pratica a New York, che ha portato a una diminuzione degli atti di vandalismo. Allora perché non provare a fare la stessa cosa anche qui, nella città eterna?

Oggi a Roma si contano 55 gruppi di retaker suddivisi per quartieri, e il loro numero è in aumento. Spopolano quelli delle periferie, dove vandalismo e degrado sono maggiori. Residenti e commercianti vedono naturalmente di buon occhio questi «volontari dei beni comuni», come si definiscono, e spesso offrono il loro aiuto. Ad esempio, sempre nel quartiere di Centocelle, alcuni commercianti si sono tassati per comprare ai retaker una speciale vernice che, una volta passata sul muro pulito, impedisce ai vandali di sporcare ancora. Retake Roma organizza degli eventi di “clean up” nei vari quartieri e, parallelamente promuove convenzioni tra giovani artisti e soggetti privati per la realizzazione di murales autorizzati. Si, perché un conto sono le scritte fatte a caso sui muri, altro i murales disegnati, ad esempio, sulla serranda di un esercizio commerciale, voluti dallo stesso commerciante.

Il retaker ha la sua guida con pochi semplici consigli per usare al meglio i prodotti che vengono acquistati grazie a un piccolo fondo cassa istituito dai volontari stessi. «“Retake Roma” significa “riprendiamoci Roma” – spiega Ilaria -. Il nostro obiettivo è soprattutto creare una cultura diffusa di senso civico e far capire l’importanza di riprendersi la propria città».

Tra i quattro pilastri del bravo retaker c’è anche la collaborazione con le istituzioni, in questo caso con l’azienda municipalizzata Ama, con cui due volte al mese si realizzano dei grandi eventi di pulizia in determinate zone della città; la creazione di spazi pubblici per gli artisti di strada, per evitare così atti di vandalismo e poi i controlli e le sanzioni.

Informarsi sulle attività di Retake Roma è facile: c’è la pagina Facebook dove sono inseriti tutti gli interventi di pulizia in programma nei vari quartieri e poi il sito internet www.retakeroma.com.

27 ottobre 2014