Scelte oculate per un debito “generativo”

L’importanza di valutare, in vista della richiesta di finanziamenti, le risorse ordinarie disponibili e la capacità di sostenere la restituzione del prestito. Per dargli il suo valore positivo

Il denaro, come abbiamo più volte ricordato, è un mezzo che ci permette di realizzare ciò che desideriamo o che è necessario per il nostro benessere. Allo stesso modo abbiamo visto come la realizzazione di queste spese a volte richieda importi che non possediamo e per questo motivo ricorriamo agli strumenti di finanziamento. A questo proposito sorge la necessità, da un lato, di individuare e comprendere bene quale sia la forma più vantaggiosa di finanziamento ma, dall’altro, di valutare molto bene per quale ragione ci stiamo prendendo impegni che dureranno per un tempo, che dovremo restituire i soldi ad un valore maggiore di quello che c’è stato dato.

La questione è certamente tecnica, per cercare di ottenere la maggiore convenienza, ma prima ancora è in ordine alle finalità che dobbiamo prestare la maggiore attenzione. Prima di prendere impegni finanziari chiediamoci sempre se ne valga davvero la pena, se non sia una scelta rinviabile, se la spesa ci renderà dei vantaggi nella qualità di vita. Inoltre, se possiamo, proviamo a concederci la possibilità di valutare il peso dell’impegno economico che il prestito richiederà. Ciascuno è libero di determinare le finalità e le priorità di spesa più adatte alla propria vita e a quella dei suoi familiari; tuttavia, vi sono alcuni comportamenti e alcune scelte che non si addicono affatto alla “logica” finanziaria, almeno così come la conosciamo nei Paesi occidentali.

La prima pietra miliare è di non guardare alle risorse che potranno arrivare o a quelle che “entrano” con una certa straordinarietà (regali di familiari, rimborsi, premi produttività, lavori extra, …); valutiamoci a partire ciò che oggi sappiamo certo. La seconda pietra miliare (che è anche un consiglio operativo!) è di misurare realmente la capacità di sostenere la restituzione provando, per almeno 4 o 5 mesi, a risparmiare l’importo che pensiamo possa rendersi disponibile per il pagamento della rata di prestito. Da un lato l’effetto è di simulare l’impatto del costo, dall’altra il risparmio ottenuto messo a disposizione della spesa ci consentirà di ridurre l’importo da richiedere alla banca o al nostro intermediario finanziario per realizzare l’acquisto. In questo caso l’atteggiamento giusto è l’attesa; la capacità di ponderare oggettivamente il rapporto costo – beneficio della scelta che andiamo a fare.

Infine, la più tecnica delle ragioni o delle pietre miliari, è non richiedere soldi in prestito per pagare rate di finanziamenti precedenti che possiamo trovare fatica a ripagare. È un grave errore che introduce in una escalation molto pericolosa! Purtroppo, questo uso che dovrebbe essere scoraggiato non sempre impedisce agli intermediari finanziari di concedere prestiti. Allo stesso modo vediamo come la cessione del quinto dello stipendio, con l’opportunità offerta di rinegoziarla dopo pochi anni di ammortamento, diventi una trappola finanziaria dalla quale è difficile uscire; osserviamo costantemente molte persone che si portano sino alla pensione il carico di una cessione. Avere denaro in più da spendere senza avere una specifica finalità ma unicamente per sostenere spese correnti produce delle distorsioni che ricadono principalmente sul debitore.

Ciò che veramente dà senso al ricorso di denaro extra è una finalizzazione specifica, la realizzazione di un obiettivo di spesa “generativo”, per fini “buoni”, che pur richiedendo anche alcuni sacrifici potrà migliorare o qualificare davvero il nostro benessere e non andare invece a comprometterlo. Solo così potremmo dare al debito il suo valore positivo e non degenerarlo in un cattivo debito.

23 maggio 2023