Ucraina, il presidente Cei Zuppi: «Non possiamo rassegnarci alla guerra»
La Carovana della pace “Stop the war now” – 22 persone in rappresentanza di tante associazioni -, partita il 26 settembre, arriva nella Capitale ucraina. Don Sacco (Pax Christi): «Qui per sostenere chi ha scelto la non violenza e l’obiezione»
«Non possiamo rassegnarci alla guerra e al suo terribile prezzo di morte e sofferenza che produce». Il presidente dei vescovi italiani Matteo Zuppi accompagna con queste parole i partecipanti alla Carovana della pace “Stop the war now”, partita il 26 settembre, che oggi, giovedì 29, fa tappa a Kiev. «La vostra presenza sia una piccola luce di pace nelle tenebre terribili della violenza – scrive il cardinale -. Grazie a Pax Christi per questa sua presenza. Vi accompagno con affetto e amicizia». Il presidente della Cei ricorda quindi l’appuntamento ad Assisi, tra pochi giorni, «per chiedere il dono della pace. La preghiera e la solidarietà sono i primi modi indispensabili per non rassegnarsi – aggiunge -. Con insistenza».
Della carovana – coordinata dal Movimento Nonviolento e dall’associazione “Un ponte per” – fanno parte 22 persone, in rappresentanza di tante associazioni. L’obiettivo, spiegano, è «costruire dal basso un’alternativa alla guerra in corso» e «contribuire alla immediata cessazione dell’invasione russa dell’Ucraina e all’avvio di negoziati tra le parti per dirimere con la diplomazia le attuali controversie». In programma, una settimana di incontri, approfondimenti, solidarietà e cooperazione. Per Pax Christi Italia c’è il coordinatore don Renato Sacco, insieme ad Antonio Mazzeo e Francesco Minervini. E proprio don Sacco, in un video inviato dalla Carovana, afferma: «Siamo qui per essere vicini alla società civile e a chi ha scelto la non violenza e l’obiezione».
Tra gli obiettivi della Carovana, alla sua terza edizione, quello di «gettare le basi per stringere accordi di partenariato tra gli oltre 175 enti italiani che fanno parte della rete Stop the War Now e organizzazioni della società civile ucraina, tra cui i sindacati e università locali; la possibilità di stringere accordi per scambi giovanili tra le università italiane e quelle ucraine, e il rilancio a livello internazionale della campagna di sostegno agli obiettori di coscienza ucraini attualmente sotto processo o inchiesta da parte della Procura generale ucraina, accusati di alto tradimento», si legge nel comunicato di presentazione.
Analoga campagna di sostegno agli obiettori di coscienza, proseguono, «è portata avanti anche sul versante della Russia, tanto più alla luce di una sempre crescente mobilitazione alle armi dei giovani russi decisa da Putin. La delegazione ha l’obiettivo di gettare ponti e costituire reti tra tutti quei soggetti, laici e religiosi, che si pongono il problema della convivenza tra diversi, del rispetto del pluralismo linguistico e culturale, del sostegno anche psicologico alle vittime della violenza e della guerra». Per l’occasione è stata lanciata anche una campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi per sostenere le spese legali e processuali degli attivisti ucraini sotto inchiesta.
29 settembre 2022