Basta sanzioni alla Siria e ai siriani

L’Associazione Pro Terra Sancta aderisce all’appello di vescovi e religiosi del Paese, diretto ai reponsabili dei Paesi Ue, e invoca la fine dell’embargo

L’Associazione Pro Terra Sancta aderisce all’appello promosso da vescovi e religiosi del Paese, diretto ai reponsabili dei Paesi Ue e invoca la fine dell’embargo

È diretta a parlamentari e sindaci dei Paesi dell’Unione europea la patetizione “Basta sanzioni alla Siria e ai siriani”, online sul sito change.org, a cui aderisce anche l’Associazione Pro Terra Sancta, presieduta dal Custode di Terra Santa Pierbattista Pizzaballa. Tra i principali firmatari, il vescovo George Abou Khazen, vicario apostolico dei Latini ad Aleppo e numerosi presuli e religiosi siriani. «In questi cinque anni – si legge nell’appello – le sanzioni alla Siria hanno contribuito a distruggere la società siriana condannandola alla fame, alle epidemie, alla miseria, favorendo l’attivismo delle milizie combattenti integraliste e terroriste che oggi colpiscono anche in Europa. E si aggiungono a una guerra, che ha già comportato 250mila morti e sei milioni di profughi. Oggi i siriani vedono la possibilità di un futuro vivibile per le loro famiglie solo scappando dalla loro terra».

Quella di porre fine all’embargo è una richiesta avanzata spesso anche dall’Associazione Pro Terra Sancta, attiva in Siria a servizio dei frati della Custodia di Terra Santa fin dall’inizio del conflitto siriano, nel 2011. 27, in tutto, i frati presenti nella Regione di San Paolo, di cui 14 nelle zone del grave conflitto. In Siria l’Associazione sostiene i quattro centri d’accoglienza a Damasco, Lattakia, Aleppo e Knayeh, gestiti dai rispettivi parroci: fra Raimondo Girgis, fra Atef El-Falah, fra Ibrahim Alsabah e fra Hanna Jallouf. Spesso però proprio a causa dell’embrago è difficile, a volte impossibile, far giungere gli aiusti necessari alle comunità, sempre più allo stremo.

A oggi, la Pro Terra Sancta è una delle poche organizzazioni in grado di aggirare l’embargo, grazie alla rete di contatti garantita dai francescani e dai loro fornitori in Libano, che ha permesso di far arrivare i finanziamenti per le spese di luce e carburante utilizzato per i generatori e per garantire il funzionamento di pozzi d’acqua pulita o, ancora, per la ricostruzione di alcune delle molte case distrutte. Inoltre l’aiuto dei fornitori libanes, ha permesso di consegnare macchinari di vario tipo – tra cui un ossigenatore, generatori, e altro materiale medico – all’ospedale Al Rajja, garantendo così la possibilità di continuare l’attività della struttura. In questo modo, l’importo pressochè totale delle donazioni in favore dei francescani in Siria, delle loro comunità e anche di molti altri richiedenti aiuto tra cui vari musulmani, è giunto a destinazione.

«Fermare l’embargo – dichiara Tommaso Saltini, direttore di Ats Pro Terra Sancta – è a oggi l’azione più importante dal punto vista politico, che ci permetterebbe di aiutare con molta più rapidità e professionalità il popolo siriano stremato dalla guerra. Noi riusciamo nonostante tutto ad aggirare questo ostacolo che dovrebbe colpire il regime e invece sfianca, ancora e sempre di più, la povera gente». L’Associazione è all’interno del coordinamento degli interventi umanitari cattolici in Siria e nella regione circostante, dove si trovano come rifugiati diversi profughi siriani: Libano, Giordania, Turchia, Iraq, Cipro ed Egitto. Per informazioni, e per offrire sostegno alle attività: www.proterrasancta.org.

18 maggio 2016