Francesco tra i lupi: «Narcos metastasi che divora il Messico»

Il Papa ha celebrato la Messa a Ecatepec, mega-distretto a nord di Città del Messico, terra di crimine dove la morte viene venerata

Il Papa ha celebrato la Messa a Ecatepec, mega-distretto a nord di Città del Messico, terra di crimine dove la morte viene venerata 

Nessun Papa, prima di Francesco, era mai stato nella terra nei narcos. Ecatepec, 30 chilometri di distanza da città del Messico. È il secondo distretto più popolato del Paese col suo milione e 700mila abitanti. Qui, sugli altari del male, viene venerata la morte; uno scheletro coronato che come scettro stringe in mano una falce affilata. Si tratta di un culto popolare, cresciuto spontaneamente e quasi naturalmente eletto a propria religione dai sicari del narcotraffico. Da Ecatepec, Francesco lancia il suo auspicio per il Messico:«…diventi una terra che non debba piangere uomini e donne, giovani e bambini che finiscono distrutti nelle mani dei trafficanti della morte».

L’invito del Papa ai 300mila che hanno assistito alla Messa, ma anche a tutti gli abitanti del Messico, è quello di «stare in prima linea, ad essere intraprendenti in tutte le iniziative che possano aiutare a fare di questa benedetta terra messicana una terra di opportunità. Dove non ci sia bisogno di emigrare per sognare; dove non ci sia bisogno di essere sfruttato per lavorare; dove non ci sia bisogno di fare della disperazione e della povertà di molti l’opportunismo di pochi»; dove non ci sia più quella «metastasi che divora il Paese» chiamata narcotraffico.

Quesi pochi che tengono i mano le vite di tanti, in Messico così come in tanti altri luoghi dell’America Latina e del mondo. Ecco quindi l’importanza di «smascherare» le tre grandi «forme di tentazione» che attirano gli esseri umani: denaro, fama e potere. «Abbiamo scelto Gesù e non il Demonio», dice il Papa, per questo non bisogna cedere alla tentazione di «una società divisa e conflittuale». La quaresima appena cominciata è «tempo di conversione perché quotidianamente faccio esperienza nella nostra vita» di come essa «è continuamente minacciata dal padre della menzogna, da colui che vuole dividerci, generando una società divisa e conflittuale». «Una società di pochi e per pochi».

Una delle «tentazioni del cristiano» è quella di «procurarsi il pane con il sudore altrui, o persino con la vita altrui. Impossessarsi di quella ricchezza di beni che sono dati per tutti, utilizzandoli solo per me o per i “miei”; quella ricchezza che è il pane che sa di dolore, di amarezza, di sofferenza. In una famiglia o in una società corrotta è il pane che si dà da mangiare ai propri figli».

Nel suo viaggio in Messico, Francesco ha deciso di muoversi lungo zone di frontiera. Là dove povertà e miseria sono storia quotidiana. A Città del Messico il Papa visiterà poi l’ospedale pediatrico Federico Gomez, incontrando i bambini del reparto emato-oncologo sottoposti a chemioterapia. Oggi, il Papa sarà impegnato nel Chapas, nella grande area d’immigrazione, rivolte sociali e rivendicazioni storiche. Un’altra tappa molto pericolosa, a causa della presenza dei narcos, sarà quella di martedì 16 a Morelia, città funestata da innumerevoli omicidi e sequestri di persona. Mercoledì Francesco raggiungerà Ciudad Juarez, la grande “piattaforma” dalla quale i messicani cercano di entrare negli Stati Uniti; città di barriere e filo spinato, di confini e di speranze.

Molto toccante la tappa di Guadalupe,
dove il Papa ha pregato davanti alla “Morenita”, l’effigie della Vergine miracolosa. Il complesso del Tepeyac è il tempio religioso più visitato al mondo, con 20 milioni di pellegrini l’anno. Qui, i movimenti sociali ancora oggi si riuniscono sotto la protezione della Vergine per chiedere giustizia, pace e solidarietà. Il Papa si è fermato più di venti minuti a pregare nel “Camerin”, che in fondo alla Basilica custodisce l’immagine della Madonna di Guadalupe impressa sul mantello di Juan Diego; colui che la vide apparire il 12 dicembre del 1531. «Oggi vengo come missionario di misericordia e di pace – ha detto il Papa -, ma anche come un figlio che vuole rendere omaggio a sua madre, la Vergine di Guadalupe, e lasciarsi guardare da lei».

15 febbraio 2016