Francesco ai diaconi: «Al servizio di Dio, non della vostra agenda»

Il Papa ha celebrato in piazza San Pietro il Giubileo a loro dedicato: «Siate disponibili e non gelosi del vostro tempo, strumenti della carità di Dio»

Il Papa ha celebrato in piazza San Pietro il Giubileo a loro dedicato: «Siate disponibili e non gelosi del vostro tempo, strumenti della carità di Dio» 

È apostolo e servitore, non gioca a scimmiottare il sacerdote, mite, mai schiavo dell’agenda ma capace di trascurare gli orari, compreso il meritato riposo, pur di essere vicino ai fratelli. Non deve mai sgridare. Questo, per Papa Francesco, il ritratto del «servo buono e fedele», il diacono. Bergoglio l’ha tracciato ieri, domenica 29 maggio, durante la Messa presieduta in piazza San Pietro al termine delle tre giornate dedicate al Giubileo dei diaconi, celebrato a 50 anni dalla ricostituzione del diaconato permanente, avvenuta con il Concilio Vaticano II. Giunti da tutto il mondo, hanno fatto il loro ingresso in processione in piazza San Pietro, dove era esposta l’icona di Santa Maria in Portico, sistemandosi ai lati del Papa.

papa-francesco_diaconi_29maggio2916Francesco, durante l’omelia, ha
rivolto loro tante indicazioni per svolgere al meglio il mandato. In modo particolare ha sottolineato che sono chiamati a vivere «la disponibilità» senza essere «gelosi del proprio tempo» e a braccio ha rimarcato: «A me fa male al cuore quando vedo un orario nelle parrocchie: “Dalla tal ora alla tal ora”. E poi? Non c’è porta aperta, non c’è prete, non c’è diacono, non c’è laico che riceva la gente. Questo fa male. Trascurate gli orari. Solo così il vostro servizio sarà privo di ogni tornaconto ed evangelicamente fecondo».

Durante la liturgia, officiata nel giorno in cui la Chiesa celebra il Corpus Domini, si è pregato affinché i diaconi «siano tra gli uomini strumenti efficaci della carità di Cristo», riescano ad imitarlo tanto da «ambire a diventare servitori» ha detto il Pontefice: «se evangelizzare è la missione consegnata a ogni cristiano nel Battesimo, servire è lo stile con cui vivere la missione, l’unico modo di essere discepolo di Gesù». In una domenica nuvolosa, che non ha risparmiato un po’ di pioggia ai fedeli in piazza, Bergoglio ha indicato ai diaconi l’allenamento da seguire per essere sempre alla sequela di Cristo.

«Ogni mattina donare la vita, vivere ogni giorno come una consegna di sé – ha proseguito -. Chi serve, infatti, non è un custode geloso del proprio tempo, anzi rinuncia ad essere il padrone della propria giornata. Sa che il tempo che vive non gli appartiene, ma è un dono che riceve da Dio per offrirlo a sua volta: solo così porterà veramente frutto. Chi serve non è schiavo dell’agenda che stabilisce, ma, docile di cuore, è disponibile al non programmato. È aperto alle sorprese quotidiane di Dio. Il servitore sa aprire le porte del suo tempo e dei suoi spazi a chi gli sta vicino e anche a chi bussa fuori orario, a costo di interrompere qualcosa che gli piace».

Nel Vangelo si parla spesso di servi e padroni: il brano proposto ieri era quello del servo malato e del centurione guarito da Gesù. Come ha spiegato il Papa, Cristo rimane colpito e ammirato dalla mitezza del soldato. «La mitezza è una delle virtù dei diaconi – ricorda Francesco -. Mai sgridare, mai. Solo così, nella mitezza, maturerà la vostra vocazione di ministri della carità». Tutti possiamo riconoscerci nel servo malato: «Ciascuno di noi è molto caro a Dio, amato e scelto da lui, ed è chiamato a servire, ma ha anzitutto bisogno di essere guarito interiormente – ha concluso -. Ci farà bene pregare con fiducia ogni giorno per essere guariti da Gesù. E quando servite alla mensa eucaristica, lì troverete la presenza di Gesù, che si dona a voi, perché voi vi doniate agli altri. Così, disponibili nella vita, miti di cuore e in costante dialogo con Gesù, non avrete paura di essere servitori di Cristo, di incontrare e accarezzare la carne del Signore nei poveri di oggi».

 

30 maggio 2016