L’appello di Francesco per Siria e profughi

Al termine dell’Angelus, il Papa è tornato a chiedere di favorire «i necessari aiuti umanitari» e aprire la strada «alla pace», puntando sui negoziati

Al termine dell’Angelus, il Papa è tornato a chiedere di favorire «i necessari aiuti umanitari» e aprire la strada «al dialogo e alla pace», puntando «senza riserve» sui negoziati

Ancora la Siria, nelle parole e nelle preghiere di Papa Francesco. «Ho accolto con speranza – ha detto ieri, domenica 28 febbraio, al termine della preghiera dell’Angelus in piazza San Pietro – la notizia circa la cessazione delle ostilità in Siria, e invito tutti a pregare affinché questo spiraglio possa dare sollievo alla popolazione sofferente, favorendo i necessari aiuti umanitari, e apra la strada al dialogo e alla pace tanto desiderata».

Il pontefice ha citato anche «il dramma dei profughi che fuggono da guerre e altre situazioni disumane». La Grecia e gli altri Paesi «in prima linea», ha evidenziato, stanno prestando un generoso soccorso, «che necessita della collaborazione di tutte le nazioni». Secondo Francesco, «una risposta corale può essere efficace», così come «distribuire equamente i pesi». Di qui l’invito a «puntare con decisione e senza riserve sui negoziati».

Vicinanza e preghiera, nelle parole di Francesco, anche per il popolo delle Isole Fiji, «duramente colpito da un devastante ciclone», in particolare «per le vittime e per quanti sono impegnati nel prestare soccorso».

29 febbraio 2016