Luca Barbarossa, “Musica Libera contro le mafie”

Il cantautore racconta l’evento che celebra i vent’anni dell’associazione fondata da don Ciotti: in scena all’Auditorium il 26 dicembre

Il cantautore racconta l’evento che celebra i vent’anni dell’associazione fondata da don Ciotti: in scena all’Auditorium il 26 dicembre. Presenze a sorpresa nella serata

«La musica non è solo estetica, offerta di emozioni. Se l’artista è vero, alla musica affida anche i suoi dubbi, le sue inquietudini, i suoi sogni. In una parola la sua etica». Parole di don Luigi Ciotti, il “prete antimafia” come è conosciuto da tutti. Colui che 20 anni fa ha cominciato a mettere nero su bianco “nomi e numeri contro le mafie” e permesso, con una petizione popolare, che i beni confiscati fossero destinati ad uso sociale. Il bene che nasce dal male, la legalità che vince sulla corruzione.

Un anniversario tondo che meritava di essere festeggiato, ed ecco, a una manciata di giorni dall’avvio del Giubileo della Misericordia, con le parole di papa Francesco che riecheggiano forti contro tangenti e corruzioni – anche all’apertura della Porta Santa di San Giovanni in Laterano – l’appuntamento musicale del 26 dicembre, alle ore 18, nella Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica.

“Musica Libera contro le mafie” sarà un concerto – evento con Luca Barbarossa e la sua Social Band in cui il cantante romano riproporrà alcuni dei duetti con gli artisti ospiti del programma Radio2 Social Club, la trasmissione che conduce da sei anni su Rai Radio2.

Musica come incontro e testimonianza, in cui legalità e giustizia diventano gli strumenti degli artisti per comunicare meglio il messaggio di don Ciotti. Al progetto è legato anche un album, “Radio DUEts Musica Libera”, uscito lo scorso 6 novembre e registrato in presa diretta durante la trasmissione radiofonica di Barbarossa, cui hanno partecipato numerosi artisti dell’eccellenza nel panorama musicale italiano degli ultimi anni.

Nomi come Francesco De Gregori (Solo un gigolò), Edoardo Bennato (Venderò), Giuliano Sangiorgi (Felicità), Franco Califano (Un’estate fa), Fiorella Mannoia (Luce), Lucio Dalla (Vita), Alex Britti con Alessandro Mannarino (Una storia disonesta), Malika Ayane (La prima cosa bella), Gianni Morandi (Occhi di ragazza), Fabrizio Bosso (Fine di un amore), Mario Biondi (Prendila così), Chiara Civello (Dance me to the end of love), Luca Carboni (Ho visto anche degli zingari felici), Ron (Una città per cantare), Simone Cristicchi (Il disertore). Alcuni tra loro parteciperanno anche al concerto-evento, schierandosi quindi, a loro volta, contro le mafie e mettendoci la faccia oltre che la voce.

La chiacchierata con il popolare cantautore romano ideatore del progetto – vincitore anche di un Festival di Sanremo, nel 1992, con la canzone “Portami a ballare” – diventa presto un’occasione per parlare di quanto sia radicata la cultura mafiosa nella nostra società e dell’importanza di educare alla legalità le giovani generazioni.

Una serata di musica contro le mafie a Roma, dopo l’inchiesta “Mafia capitale” e pochi giorni dopo l’inizio del Giubileo della Misericordia si carica ancor di più di significati…
In effetti viviamo un momento drammatico per Roma, abbiamo assistito al declino del tessuto morale della nostra città e del nostro Paese. Tutto discende dal fatto di non aver affrontato nel modo dovuto la questione morale, tema lanciato già da Enrico Berlinguer negli anni Ottanta, poi sempre sottovalutato. E, purtroppo, oggi il degrado è trasversale, va dall’impresa alla politica, attraversando qualsiasi settore, sanità, Regioni, Comuni, centri di accoglienza per gli immigrati, campi nomadi. È come un cancro per la società. Fino a che non ce ne occuperemo non se ne uscirà. Confido nelle nuove generazioni, nel dialogo e nel cercare, ciascuno per quanto può, di divulgare la cultura della legalità.

Cosa rappresenta il progetto “Musica libera”?
Il progetto vuole essere un contributo e parte da lontano, nasce dal disco, in cui compaiono anche duetti con Dalla e Califano, che non ci sono più, e arriva nella Locride, per raccogliere fondi per un progetto di Libera per i giovani del posto. Anche il concerto all’Auditorium servirà a raccogliere fondi. Con me ci saranno sicuramente Andrea Perroni, mio compagno di conduzione a RadioDue, che farà un intervento comico, e posso annunciare la partecipazione di Chiara Civello, che duetterà con me. Ma si aggiungeranno altri colleghi che non svelo. Quando ho parlato loro del progetto, hanno tutti risposto positivamente, appoggiando la causa di Libera. Fiorella Mannoia, ha partecipato anche all’inaugurazione del centro a Polistena.

Come e quando hai incontro don Ciotti?
Sono sempre stato vicino a Libera, fin dalla nascita. All’inizio l’associazione aveva bisogno di essere lanciata e supportata sul territorio, e sono stato coinvolto nelle occasioni pubbliche dove serviva aggregare giovani, quindi concerti, eventi, incontri, dibattiti, nelle scuole, nelle piazze. Ce ne siamo occupati anche con la Nazionale Cantanti, e abbiamo devoluto a Libera l’incasso di una partita del cuore a Verona.

C’è corruzione anche nel mondo discografico?
Mah, ormai è talmente ridotto al lumicino che non è un grande affare per la mafia! A parte la battuta, il problema è la cultura mafiosa, che noi abbiamo radicata. Anche chi cerca un posto in ospedale, tramite qualche conoscenza, si piega alla “cultura del favore”, che equivale a essere un po’ “mafiosetti”. Come nel film “Bianca” di Nanni Moretti, quella scena in cui uno dice all’altro: “Io lo so che tipo è lei: ha il suo macellaio di fiducia…che le tiene i pezzi migliori…”. E lui: “”Perché, c’è qualcosa di male?”. “E certo che c’è, se ci vado io, poi mi prendo i pezzi peggiori!”. Questi siamo noi, quelli che lampeggiano la presenza della pattuglia, quelli refrattari alle regole. Un rischio che corrono anche le persone perbene, non macchiate da colpe gravissime.

18 dicembre 2015